La meccanica con più di 1,6 milioni di addetti, “è un settore importantissimo per la nostra economia, di cui rappresenta l’8,5% del valore aggiunto e il 47% dell’export. Inoltre, la meccanica è chiave in quanto costituisce un anello fondamentale della catena produttiva di tutti gli altri settori: senza macchinari all’avanguardia l’Italia non avrebbe molti di quei manufatti di pregio che la rendono celebre in tutto il mondo, inclusi quelli tradizionalmente associati al brand Made in Italy. In aggiunta, la meccanica è uno dei settori con la più forte vocazione all’innovazione, una vera e propria eccellenza in termini di digitalizzazione e automazione dei prodotti e dei processi”. Così Alberto Antonietti, vicepresidente di Assoconsult con la delega all’innovazione in occasione della presentazione, presso l’Unione Industriali di Napoli, il 2° Rapporto Innovazione Italia 2022 di Assoconsult, curato dal Centro Studi Confindustria con il supporto di Istat e t33.
La Federazione Anima – Confindustria Meccanica Varia ha collaborato facilitando l’individuazione dei partecipanti al focus group e la delineazione del perimetro d’indagine Dal Rapporto emerge che, nel raffronto internazionale, la manifattura italiana investe poco in beni intangibili di proprietà intellettuale, ma osservando la meccanica le cose migliorano (meno del 30% sul totale degli investimenti nella manifattura vs 42%nella meccanica). In senso stretto è anche il comparto che realizza più innovazioni, in modo più marcato per quanto riguarda quelle di prodotto (in media 0,65 innovazioni per impresa contro 0,48 nel resto della manifattura) e di processo (0,66 vs 0,55), e con una vocazione innovativa comunque più spiccata per quanto riguarda i sistemi informatici e il marketing (0,50 vs 0,39).
FOCUS SULLA SOSTENIBILITA’. Elementi come la sostenibilità, la servitizzazione dei manufatti, la centralità del capitale umano sono pilastri da cui non si può prescindere per preservare il patrimonio di competenze produttive italiane di cui la meccanica rappresenta la punta di diamante. Nel lavoro di quest’anno si è dato ampio spazio anche al tema della sostenibilità. Innovazione, tecnologia e sostenibilità sono sempre più legate tra loro: da un lato è necessario incorporare la sostenibilità nella tecnologia e nei processi di innovazione, dall’altro è necessario utilizzare la tecnologia e l’innovazione per diventare sostenibili. Ci sono molte forze interconnesse tra loro, che alimentano il binomio innovazione e sostenibilità, non da ultimi la crescente sensibilità della domanda e l’aumento delle normative volte a rendere l’attività economica più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.
“Il rapporto di quest’anno è particolarmente ricco di evidenze quali-quantitative che abbiamo raccolto attraverso il confronto diretto con le aziende rappresentate da Anima. Le evidenze raccolte hanno anche validato la nostra ipotesi che vede la sostenibilità come un abilitatore fondamentale dell’innovazione, e viceversa. Gli investimenti per nuovi prodotti, per le operations e per la supply chain ormai sono per oltre il 50% legati alla sostenibilità – ha sottolineato Antonietti – sia sul tema sostenibilità che su quello dell’innovazione emerge importante il ruolo della consulenza di management per le aziende della meccanica e, è lecito presumerlo, per le aziende di tanti altri settori”.
Per la realizzazione di progetti di innovazione la maggioranza delle imprese (57%) ha coinvolto una società di consulenza e un ulteriore 15% sta valutando di farlo. Tra gli ambiti dove il supporto della consulenza viene percepito come utile o addirittura indispensabile vi è anche quello che riguarda il disegno e l’esecuzione di programmi strutturati in ambito di sostenibilità. Attraverso le evidenze di questo Rapporto, Assoconsult vuole continuare a dare il proprio contributo al percorso di trasformazione e crescita del Paese. Spronando i propri associati ad assistere le proprie aziende clienti negli investimenti in innovazione e sostenibilità, perché solo così le imprese italiane riusciranno a iniettare valore aggiunto nel loro modello di business e rilanciare la produttività.
Conclude Antonietti: “Ciò è possibile anche grazie alla continua ricerca di un dialogo costruttivo con le istituzioni e le altre Associazioni di Categoria, affinché tutti prendano coscienza delle eccellenze italiane (come la meccanica) e vi estendano le stesse attenzioni di cui oggi gode il brand Made in Italy. L’ambizione è quella di riuscire a operare tutti in sinergia nell’attivare politiche, risorse e iniziative volte a fare in modo che ciò che di meglio l’Italia ha da offrire continui ad essere “bello, buono, ben fatto e (da oggi anche) sostenibile”.