La proposta di compensazione è un atto impugnabile? La risposta è sì, la proposta di compensazione ex art. 28-ter del D.p.r. 602/1973 è certamente impugnabile, anche se non inclusa nell’art. 19, comma 1, del D.lgs. 546/1992. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Tributaria di I grado di Prato, sezione 2, con la sentenza n. 8/2023.
“La Corte di Giustizia ha ricordato la norma ex art. 19, comma 1, d.lgs. n. 546 del 1992 non contiene un’elencazione chiusa. Prevede invece, alla lett. i) – afferma Gianluca Buselli, consigliere d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili – che un atto, anche se non è espressamente indicato nell’elenco e non può ritenersi rientrare tra quelli ivi indicati, è impugnabile se riconducibile ad ogni altro atto per il quale la legge ne preveda l’autonoma impugnabilità davanti alle Commissioni tributarie”.
Inoltre, la Suprema Corte ha da tempo creato la nuova categoria degli atti facoltativamente impugnabili, ovvero quegli atti, anticipatori della pretesa, che il contribuente non ha l’onere di impugnare a pena di decadenza, ma può impugnare se lo ritiene opportuno.