Agnelli (Confimi): “Politica ignora imprese italiane, a rischio sistema industriale”

Il presidente di Confimi critica la scarsa presa in considerazione dell’industria nella campagna elettorale di questi giorni

Imagoeconomica 1776672 scaled

La campagna elettorale di questi giorni – in vista delle elezioni del 25 settembre – sembrerebbe ignorare i problemi dell’industria italiana. A sostenerlo è Paolo Agnelli, industriale e presidente di Confimi Industria, che ha preso una posizione netta riguardante la conoscenza delle dinamiche produttive da parte della politica italiana ritenuta dallo stesso “scarsa e pericolosa” dal momento che “rischierebbe di mandare in default il nostro sistema industriale“.

Il principale problema, ha spiegato il presidente di Confimi, è l’assenza di veri ‘industriali’ come rappresentanti all’interno delle associazioni ‘degli industriali’, un fatto quasi paradossale: “Finché non verranno liberate da interessi contrapposti avremo grandi problematiche“. Per fare un esempio Agnelli prende in considerazione la guerra energetica in corso: “Non si possono rappresentare al tempo stesso le società fornitrici di energia e le imprese energivore“.

Ormai il mondo dell’industria è in ginocchio. Le imprese manifatturiere faticano ad andare avanti a causa degli alti costi energetici, una questione che la Confederazione dell’industria del comparto denuncia ai media e alla politica dal 2014. “Lo Stato – ha ribadito Agnelli – non può essere azionista di aziende che detengono l’esclusiva delle vendite di energia e fare utili smisurati ai danni di cittadini e imprese per poi piangere lacrime di coccodrillo. Quello stesso Stato che, attraverso aziende partecipate, è fra i più grandi contribuenti di un corpo intermedio che dovrebbe rappresentare l’industria in vasta scala mentre rappresenta solo il 2.5% delle imprese”, la sottolineatura del presidente Confimi.

Rivolgendosi in seguito ai leader politici in campagna elettorale e al prossimo Governo il presidente Agnelli ha lanciato un appello: “Si liberi l’Italia da queste inefficienze e da questi conflitti di interesse. Ai nuovi futuri governanti torno a ribadire l’importanza di ascoltare le industrie piccole, medie o grandi purché libere da conflitti di interesse“.

Andando oltre, il presidente di Confimi ha dispensato una serie di proposte. “Si applichi immediatamente il price-cap sul gas e sull’energia elettrica come han fatto Spagna e Portogallo (che hanno regolato l’aumento dei costi a un massimo del 40%) mettendo in sicurezza il proprio sistema produttivo, senza chiedere nulla alla Ue che non potrà accettare un tetto unico comune visto gli interessi contrapposti tra gli Stati Europei”. Inoltre, “si facciano partire da subito le iniziative per supportare le imprese negli investimenti sulle rinnovabili, anche solo tramite garanzie sui mutui ventennali”, il suggerimento.

Infine, Agnelli ha precisato che “Confimi industria è a disposizione per portare il proprio contributo. La campagna elettorale dovrebbe prendere prima di tutto in considerazione questi temi, basilari per l’economia di oggi e per il nostro futuro“.