Aumentare la competitività delle imprese con i fondi di coesione

9,5 miliardi di euro per la competitività industriale in tutte le regioni italiane

bandiere europa

Fondi per 9,5 miliardi di euro destinati alla competitività industriale in tutte le regioni italiane, alla digitalizzazione e alla produttività in particolare delle piccole e medie imprese e al sostegno a ricerca, sviluppo e innovazione delle aziende. É uno dei punti rilevanti dei fondi di coesione del periodo 2021-2027. Nel periodo 2014-2020, invece, i fondi per la coesione effettivamente pagati e destinati alla competitività sono stati 9,6 miliardi, stando all’ultimo monitoraggio della piattaforma Open Coesione.

Nel nuovo ciclo di fondi, quello che riguarda il periodo 2021-2027, ci saranno per l’Italia anche 15 miliardi di euro provenienti dal FSE+ che saranno investiti in misure di inclusione sociale e misure di politica attiva del lavoro e di formazione per dare impulso all’occupazione giovanile nell’ambito della garanzia per i giovani, ad esempio tramite apprendistati, al lavoro autonomo e all’imprenditorialità. Fondi che possono essere utili per il comparto della meccanica e più in generale per il settore manifatturiero.

Ad esempio, per affrontare la mancanza di personale qualificato e accrescere la flessibilità del mercato del lavoro, l’Italia investirà nel miglioramento delle competenze e nella riqualificazione dei lavoratori. Altri finanziamenti saranno destinati a contrastare il divario di genere nel tasso di occupazione italiano, il più elevato della Ue.

Si deve sapere, infatti, che nel 2020 in media in Ue sono state occupate il 73,2% delle donne tra 20 e 49 anni contro l’83,9% degli uomini della stessa età. In assenza di figli, il divario si riduce: le donne europee che lavorano sono il 76,2%, gli uomini il 79,1%. Le donne con figli occupate scendono al 71,2% mentre il tasso di occupazione per gli uomini sale all’89,1%. Un gap che quindi passa da meno di 3 a quasi 18 punti di differenza.

I fondi delle politiche di coesione europee vogliono contrastare questo gap e sostenere l’imprenditoria femminile, agevolando l’accesso ai servizi di conciliazione e incoraggiando un maggiore coinvolgimento degli uomini nelle mansioni assistenziali con la promozione di soluzioni innovative in materia di benessere a livello aziendale.