Normative in eccesso, non rispondenti ai bisogni dell’industria, concorrenza sleale, penuria di materie prime. Ancora, l’utilizzo del piombo nelle leghe e la lavorazione del piombo esavalente. Tutti nodi da scogliere per chi lavora per un migliore consumo finale di acqua potabile, tutti temi che l’Associazione italiana costruttori valvole e rubinetteria (AVR), la principale associazione italiana di categoria del settore, e membro dell’associazione europea dei produttori di valvole e rubinetti (CEIR), ha discusso con gli europarlamentari italiani per creare un nuovo percorso di dialogo nell’istituzione dove si prendono decisioni importanti per tutti, cittadini e imprese.
Isabella Tovaglieri (Lega), Tiziana Beghin (M5S), Oscar Lancini (Lega), Patrizia Toia (PD), Massimiliano Salini (FI) gli interlocutori della delegazione AVR a Bruxelles, nell’incontro tenuto in Parlamento europeo grazie al supporto di Simona Baldassarre (Lega). Le imprese hanno capito che “quello che in questi anni si decide qui è importante”, ma chi deve fare le scelte, ha chiaro cosa c’è in ballo? AVR ha voluto dissipare dubbi, fare in modo che i co-legislatori dell’UE possaono “rendersi conto meglio” delle sfide e delle necessità delle 64 aziende associate, che rappresentano 27.315 lavoratori italiani e una produzione da 7,7 miliardi di euro. Oltre che un esempio di sostenibilità come pochi. “Noi siamo molto green, ricicliamo tutto”, ricorda non a caso Sandro Bonomi, presidente di AVR, attento alla politica verde dell’UE e al Green Deal. “Siamo – dice – pienamente in economia circolare”. Per ottenere il nuovo ottone da scarti si consuma “poca energia”, e al giorno d’oggi le nuove leghe necessari per rubinetti e valvole “non contengono piombo” e “non sono mescolabili con le altre leghe che circolano in Europa”.
Un patrimonio da tutelare, anche considerando che a livello europeo solo la Germania ha un fatturato più alto, ma l’Italia ha il maggior valore aggiunto in valvolame e rubinetti. Si chiede più attenzione e in tal senso è stata evocata la direttiva sull’acqua potabile. Qui si riconosce un impegno forte verso gli aspetti della salute, ma non lo stesso livello di meticolosità per ciò che attiene agli ambiti tecnici, che sono quelli che interessano da vicino le imprese. Qui, come per ogni cosa, le decisioni hanno un’influenza sul prodotto. Altro esempio, e altro tema sollevato, l’utilizzo del cromo per uso depurativo. Era stato autorizzato, ma la revisione della direttiva Reach su sostanze e prodotti chimici probabilmente porrà uno stop. “Un non senso – secondo AVR – perché non c’è contatto con l’acqua”.
Parole che non restano inascoltate. “Sono a disposizione per la commissione Industria, che ha un approccio pragmatico. Se mi fate avere materiale sulla direttiva Reach poi ci lavoriamo”, assicura Isabella Tovalieri (Lega). La missione di AVR a Bruxelles sembra aver prodotto quel cambio di passo che serve e l’avvio di un percorso tutto nuovo. “Ci terremo in contatto”, assicura la capodelegazione del Movimento 5 Stelle, Tiziana Beghin: “Mi farò portatrice delle istanze ai colleghi, come quelli della commissione Ambiente”. Dai pentastellati dunque “piena disponibilità” ad aiutare quelle che sono considerate da Toia (Pd, membro della commissione Industria), “un settore che è importante per l’Italia ma un fiore all’occhiello per l’Europa”. Promette un dialogo strutturato con Anima e AVR, così come con gli altri gruppi. “Anche con idee diverse – dice – cerchiamo sempre di confrontarci sulle imprese italiane”.
Più cauto il leghista Oscar Lancini (Lega). “Se posso essere utile in qualcosa – afferma – ovviamente dico sì nei limiti della comunità italiana, perché qui siamo in una comunità che non è solo italiana”. Il sistema Paese può fare anche rete, ma poi in Parlamento voti e decisioni dipendono anche dalle altre delegazioni. Ma se è vero, come dice, che “questa Europa dobbiamo imparare a sfruttarla meglio”, per l’Italia di valvole e rubinetti questo momento potrebbe essere appena iniziato. Questo auspicio del settore, non a caso a Bruxelles per incontrare gli europarlamentari italiani. “Bruxelles è sempre il futuro, il punto dove guardare”. E AVR dimostra di volerlo fare con sempre maggiori presenza e attenzione.