Bregant (Federacciai): Investire nella decarbonizzazione dell’acciaio

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La siderurgia italiana che produce acciaio per l’80% con forno elettrico emette molta meno Co2 rispetto al ciclo integrale e ha già fatto molti progressi in tema di decarbonizzazione, ma molto ancora deve essere fatto per centrare l’obiettivo della ‘carbon neutrality’ fissato dall’Unione europea per il 2050. Se ne è parlato nel webinar di siderweb – La community dell’acciaio, dal titolo ‘AAA Decarbonizzazione cercasi’.

In Italia, l’industria è responsabile di circa il 18% delle emissioni totali di gas serra. L’acciaio a ciclo integrale ha prodotto 13 milioni di tonnellate di Co2 equivalente e l’elettrosiderurgia 7 milioni di tonnellate. Sono i numeri che ha illustrato il direttore generale di Federacciai, Flavio Bregant, nel proprio intervento al webinar, riportando quanto contenuto in uno studio del Boston Consulting Group del 2021, commissionato da Interconnector Energy Italia. Il processo produttivo con ciclo integrale (che usa altoforno e minerale di ferro), ha ricordato Bregant, emette 2300 kg di Co2 equivalente per tonnellata di acciaio; quello con forno elettrico 150-200 kg. “Un ciclo virtuoso dal punto di vista delle emissioni – ha sottolineato il direttore Bregant – cui tenderà larga parte del sistema a ciclo integrale dell’Europa”. La decarbonizzazione dell’acciaio “non è subito e non è gratis”. Sono necessari ancora “investimenti importanti”, ma la siderurgia italiana “è avanti su questi temi e sta già lavorando in modo sostanzioso”.

Un esempio è quello di I.Blu, azienda del gruppo Iren che ha messo a punto un polimero, frutto del riciclo della plastica, che viene usato nelle acciaierie a forno elettrico come ottimizzatore di produzione in sostituzione del carbone. La riduzione delle emissioni di Co2, ha spiegato l’amministratore delegato Roberto Conte, “è del 35% sulla base della certificazione di Ispra, ma possiamo garantire di aver ottenuto anche risultati migliori”. “Un’acciaieria che utilizza 5mila tonnellate del polimero Bluair – ha detto – taglia dello stesso quantitativo le proprie emissioni in atmosfera”. “Siamo nella fase finale della messa punto che ci permetterà, entro l’estate di raggiungere le 70mila tonnellate di capacità produttiva annuale. Un secondo impianto con le stesse caratteristiche è in fase autorizzativa e, in caso di picchi della domanda, c’è il sito di Rovigo, che normalmente opera su altri prodotti ma che può essere dedicato a produrre altre 40mila tonnellate di Bluair”, ha aggiunto Conte.

L’acciaio mondiale, ha detto poi Antonello Mordeglia, Chairman di Danieli Automation Digi&Met, è tornato a investire sulla decarbonizzazione. “Al netto della parentesi legata al conflitto in corso, il mercato dell’acciaio nel mondo risulta molto attivo. La siderurgia mondiale lo scorso anno ha ripreso a produrre ma soprattutto a fare utili, e questi sono stati poi reinvestiti da molti in nuove tecnologie per ammodernamenti tecnici e ambientali, oltre che per aumentare produzione ed efficienza”. Il driver dello sviluppo tecnologico in siderurgia, secondo Mordeglia, resterà l’efficienza: “La riduzione degli stock grazie a tempi di produzione più rapidi; una logistica ottimizzata; l’intelligenza artificiale per non disperdere know how anche in caso di turnover, facendo sì che sia la macchina a guidare l’operatore, non viceversa”.