“Ci troviamo di fronte a una serie di cambiamenti, anche repentini e inattesi come il forte incremento dei costi energetici che si aggiunge a quello delle materie prime e dei costi della logistica che dobbiamo governare“. Lo dice, intervistato da Ieg Expo Magazine Paolo Lamberti, presidente ACIMAC, l’Associazione dei costruttori di macchine e impianti per l’industria ceramica. In Italia ed Europa, spiega “si avverte maggiormente la crisi, se l’Italia ha problemi non è che in Spagna non ce ne siano per esempio, soprattutto per i forti rincari dell’energia“. Nel resto del mondo, invece, “le cose continuano ad andare. Per esempio abbiamo paesi che crescono a livelli molto elevati come India, America Latina, ma anche Africa e Medio oriente. Per cui alle aziende associate di maggiori dimensioni e che dispongono di una struttura anche a base locale e che quindi presidiano questi mercati direttamente le cose vanno meglio“.
Chi è specializzato in prodotti di fascia medio bassa, dice Lamberti, “risente più di altri dell’incredibile aumento del gas e delle materie prime riportando problemi di costi che superano i ricavi“. Una situazione, dice il presidente di ACIMAC, che “ha portato nel nostro comprensorio già diversi casi di cessazioni temporanee di attività con il ricorso alla cassa integrazione. Per quanto riguarda l’evoluzione futura pensiamo che nel breve periodo, a 3, 4 mesi avremo ancora un peggioramento. Ma poi riteniamo che ci sarà una ripresa purché a fronte di un’effettiva capacità di trasformazione e riposizionamento sul mercato della Ceramica”.
Nonostante questo, nel primo semestre di quest’anno c’è stato un +42% del mercato nazionale e un + 23% dell’export, spiega Lamberti. “È poi importante notare – aggiunge – come le nostre mprese continuino ad investire. Del resto il comparto ceramico ha fatto sempre da apripista alle nuove tecnologie anticipando altri comparti affini che le hanno adattate e rese proprie”.