LCS Group: Servono certezze e direzioni

Da start up a realtà internazionale, l’evoluzione raccontata dal fondatore Gianfranco Silipigni

Gianfranco Silipigni

LCS Group opera sul mercato italiano ed europeo dal 1989 come System Integrator e offre soluzioni hardware e software integrate. Il Gruppo, con 120 dipendenti, è composto da LCS, LCS Automation e 4Next Solutions. Alla guida, Gianfranco Silipigni fondatore e Executive Chairman, che ci ha raccontato la crescita e le dinamiche di un settore cruciale per il futuro del Paese.

La sua propensione all’imprenditoria parte da lontano. Ha fondato la sua prima impresa già negli anni dell’università. Ci racconta come è andata?
Erano gli anni in cui il microprocessore faceva i suoi primi passi, era un’invenzione innovativa che ci ha cambiato la vita. Durante gli studi mi sono imbattuto nella ricerca sul loro utilizzo in ambito industriale e quindi ho messo subito a rendita l’attività scientifica con delle consulenze, che hanno successivamente acquisito una connotazione professionale: era quel momento storico in cui le automazioni, come il classico relé, sono state sostituite dal microprocessore. A me si sono aggiunti altri tecnici e la consulenza è diventata un’offerta di soluzioni. Quindi da Logica, che era la mia prima società, si è arrivati alla Logica Consulting & Solution, trasformando la consulenza in un prodotto di automazione: un sistema completo di hardware e software. Da lì, abbiamo avviato una collaborazione con un gigante di allora che era la Mannesmann Demag, leader di mercato nel settore dell’handling: assieme è stato fatto un percorso di circa vent’anni in regime di esclusiva, posizionandoci in autonomia sul mercato quando Mannesmann è stata acquisita da Siemens.

Poi qual è stata l’evoluzione di LCS Group?
È stata l’evoluzione di una classica start up, con un marchio da far conoscere al mercato. A proporre le nostre soluzioni ci hanno aiutato molto le esperienze vissute negli anni passati con Mannesmann. Il business core di LCS Spa sono sistemi di material handling e movimentazione automatica, di robotica e di magazzino automatico. Nel gruppo abbiamo delle società controllate che sono specializzate sempre nell’automazione industriale, ma anche nel settore dell’automotive: LCS Automation che si occupa di automazioni, la costruzione linea auto, 4Next che è una società specializzata in software per l’industria, infine gestione dei magazzini e della produzione.

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Quanto ha pesato l’emergenza sanitaria e la relativa crisi pandemica sulla sua azienda?
Sicuramente il mercato dei nuovi investimenti ha risentito pesantemente della crisi pandemica, anche se dall’inizio del 2021 si sta assistendo a una ripartenza. Gli imprenditori stanno mostrando fiducia nel futuro e sono ripresi gli investimenti, grazie anche alla 4.0 che fa da traino nel nostro settore. Gli ultimi due anni sono stati estremamente pesanti e noi faticosamente, mi sento di dire, anche nei momenti più difficili abbiamo mantenuto l’assistenza e il service nei confronti di quelle realtà che erano chiamate a produrre, come il settore alimentare e quello farmaceutico e ciò che restava del trasporto aereo. La manutenzione e l’assistenza sono state garantite, seppur con grande difficoltà: il nostro personale si spostava verso i siti dei clienti e non trovava niente, neanche banalmente un posto per mangiare o per dormire perché era tutto chiuso. Avere del personale chiamato a prestare un servizio senza quelle che consideriamo le infrastrutture di base, oltre ai pericoli sanitari, è stato sicuramente uno sforzo che l’azienda ha compiuto per far fronte ai nostri impegni di garantire una continuità produttiva ai clienti. Grazie a questo siamo riusciti a restare attivi, non abbiamo fermato le nostre attività e non abbiamo lasciato il nostro personale in cassa integrazione né tantomeno lo abbiamo lasciato a casa. Lo smart working è stato utilizzato per evitare gli assembramenti in azienda nei casi in cui le attività lo permettevano. Partendo dalle prescrizioni dei vari enti e con tanto buonsenso da parte di tutti, abbiamo navigato a vista nel mare tempestoso di questi due anni.

LCS Omron

L’attuale crisi dei semiconduttori che impatto ha avuto?
Un impatto devastante perché, banalmente, abbiamo il lavoro, ma non abbiamo la possibilità di portare a termine le nostre commesse. Anche qui ci stiamo ingegnando come possibile e come gli italiani sanno fare. Spesso ovviamo a questo problema facendo un abbassamento di tecnologia, cioè, per poter chiudere il cerchio di un’installazione, siamo costretti a inserire momentaneamente una tecnologia minore, per poi aggiornarla, integrandola con le parti che ora non sono disponibili, appena ci sarà la disponibilità.

Dopo la recente apertura ai mercati internazionali di LCS, non deve essere stato facile coniugare la nuova frontiera con queste mancanze.
No, infatti. Prima della pandemia avevamo avviato un processo di internazionalizzazione che naturalmente è stata frenato molto. In questo periodo, siamo andati sempre e comunque in giro per il mondo dai nostri clienti. Siamo stati ovunque, dal Sudafrica alla Cina, passando per la Russia, ma senza una nostra pressione diretta sul mercato, solamente per la chiusura di lavori già avviati.

Quindi appena sarà possibile dovrebbe ripartire questo processo di internazionalizzazione?
Sì, questa non dico sia la speranza, ma la certezza. Il mondo non si fermerà adesso, la situazione è destinata a evolvere nel meglio.

Prima ha parlato del 4.0, spiegando quanto sia importante. Quindi le chiedo: quali altri interventi dovrebbe fare il Governo per incentivare il settore dell’industria meccanica in un momento come questo?
Io penso che l’intervento migliore che può fare il Governo nei confronti degli imprenditori, sempre, in tutti i momenti, sia una continuità e una serietà di direzione. Quello che spaventa di più l’imprenditore è non avere la certezza di situazioni che oggi ci sono e poi vengono modificate strada facendo. L’abbiamo vissuto. Quello che io chiedo, nel mio piccolo mondo, è di avere delle direzioni precise, delle certezze per quanto possibile nel breve e nel medio termine.

In LCS c’è una forte componente di giovani ingegneri, una strada che dà seguito alla sua volontà di ricercare la possibilità di innovare ogni giorno. Come nasce quest’esigenza?
È sempre stato fondamentale per me e per tutto il mio management il confronto con le idee più fresche, più giovani, che possono essere preziose sia da un punto di vista della tecnologia, sia nel modo di intendere il lavoro. Questo l’ho sempre ritenuto fondamentale. Poi l’esperienza e l’età devono essere utilizzate per prendere le decisioni, ma sentire idee giovani e fresche è fondamentale.

Nella sua azienda, quanto è presente la componente femminile?
Non amo le percentuali, sono contrario alle quote rosa, la matematica sulla componente femminile mi dà fastidio. Le assicuro che abbiamo diverse eccellenze femminili.

Come vede la sua azienda da qui a 5 anni?
Noi siamo in crescita, e questo progresso lo stiamo ulteriormente cercando attraverso acquisizioni che possano rafforzare la nostra offerta verso il mercato. Stiamo inserendo delle tessere di un puzzle che ci permettano di governare sempre di più la nostra proposta e quindi cerchiamo l’affiancamento a realtà che ci possano migliorare. I prossimi 5 anni non sono tantissimi, ma possono essere un’eternità nella tecnologia. Noi li vediamo in crescita.