Leoni: Fase di ripresa, ma pesa l’inflazione

Il Ceo di Eurotrol racconta la strada verso l’internazionalizzazione

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Un punto di riferimento per l’intero settore delle soluzioni per il trattamento delle acque, e non solo a livello nazionale: l’ascesa di Eurotrol negli ultimi anni è stata notevole e Fabrizio Leoni, che insieme alla sorella Patrizia ricopre il ruolo di Ceo dell’azienda, si sta occupando con successo dell’espansione internazionale di un’impresa italiana nata con un’anima “di famiglia”, ma che ormai ha da tempo spiccato il volo. L’impegno di Leoni nel settore è tale da avergli consentito di diventare, per il biennio 2020-2022, anche presidente di Aqua Italia, l’Associazione che, all’interno di Anima Confindustria, rappresenta i costruttori di impianti, apparecchiature, accessori, componenti e prodotti chimici per il trattamento delle acque primarie non reflue. Un doppio impegno portato avanti con passione e dedizione. Ne abbiamo parlato con lui.

Le previsioni dell’Ufficio studi Anima per il 2021 rivelano un settore in crescita: +15,1% e un fatturato di fine anno stimato intorno ai 52 miliardi di euro. Che periodo sta vivendo Eurotrol e quali sono gli sviluppi che immaginate nel prossimo futuro?

Le previsioni di Anima registrano un grande balzo per l’economia italiana. Stiamo sicuramente vivendo un momento molto positivo, anche se soffriamo di condizioni decisamente sfavorevoli, che di fatto stanno rallentando quella che è la ripresa economica in Italia e non solo, creando una forte ripercussione sull’economia reale: lo stiamo vedendo con la crescita inflazionistica. Eurotrol sta attraversando una fase di grande ripresa e di forte domanda dei componenti. Ma, allo stesso tempo, un periodo delicato dovuto a diversi fattori macroeconomici globali: da un lato stiamo vivendo dall’inizio della pandemia una evidente ridistribuzione della supply chain mondiale, che prima del Covid19 era orientata prevalentemente sui paesi extra Ue, in particolar modo Cina e Sud Est Asiatico. Questo mercato ora si sta spostando in zone attigue all’Unione Europea, facendo sì che il prodotto sia fisicamente più vicino, più gestibile e di facile reperibilità. Dall’altro lato, le grosse problematiche logistiche che stiamo vivendo in questa fase sono praticamente ingestibili per le piccole imprese, a meno che dispongano di un reparto interno ben preparato, strutturato e capace di far fronte ai vari problemi. Realtà medio piccole che importavano materiale direttamente, seppur in quantità modeste, hanno smesso di farlo e acquistano ora dai grandi distributori. In ultimo, tutti i comparti Anima hanno svolto un ottimo lavoro, perché i vari bonus introdotti in questa fase hanno spinto tantissimo a una modernizzazione degli impianti e questo ha portato alle aziende sia un vantaggio economico, visto che ha creato lavoro e ha dato un forte impulso, sia uno legato alla sostenibilità d’impresa, con la sostituzione di impianti inquinanti e obsoleti con altri più adatti al futuro del nostro Paese e a quello di tutto il mondo.

Siete un punto di riferimento nel mondo delle soluzioni per il trattamento delle acque: che tipo di momento sta attraversando il vostro comparto? La pandemia ha, tra l’altro, provocato un’impennata considerevole dei costi logistici ed energetici. Quanto peserà tutto questo nel medio e lungo periodo?

Il mercato logistico è stato in forte evoluzione dal secondo semestre del 2020 e ha portato a un aumento dei costi logistici internazionali quasi fuori da ogni ragionevolezza, forse addirittura a livello di cartello macroeconomico. Siamo a un aumento medio che sfiora il 600% sulle rotte Cina-Europa negli ultimi otto mesi. Oggi dobbiamo spendere 18mila dollari per importare un container che fino a qualche tempo fa ne costava 2.500. E i prezzi stanno ancora crescendo. L’impatto sui nostri prodotti si può misurare in circa il 40% medio di aumento dei costi all’interno del comparto. I grossi distributori stanno ancora resistendo e potranno farlo ancora per qualche mese, a oggi però quasi nessuno ci riesce. Si parla di un inevitabile aumento di prezzo del 25% sul mercato e questo, nel prossimo anno, provocherà ulteriori crescite di costo del prodotto finale. Bisogna capire se il mercato consumer sarà ancora in grado di comprare tanto quanto fa oggi a prezzi più bassi. Diventa difficile valutare lo scenario, anche perché a questa impennata dei costi non corrisponde un aumento salariale di pari livello: ritengo che vedremo uno stabilizzarsi della situazione a numeri più bassi se non addirittura un periodo di recessione.

Eurotrol nasce come azienda familiare e ha saputo diventare leader non solo in Italia, ma anche in Europa. Nella fase più delicata della pandemia il vostro lavoro all’estero è stato in qualche modo intaccato?

Negli ultimi due anni abbiamo vissuto grosse difficoltà, come tutte le imprese del mondo. Eurotrol è riuscita a far fronte a queste situazioni grazie a due fattori importanti: teniamo altissimi i livelli di stock di magazzino e abbiamo sempre spinto ad aumentarli anche nel periodo pandemico. Già alla fine del 2019 avevamo immaginato uno scenario complicato e questo ci ha aiutato a rispondere alla maggiore domanda che arrivava dai paesi esteri, anche da nuovi clienti che non conoscevamo prima. L’altro vantaggio è rappresentato dall’investimento fatto sempre nel 2019 sul reparto logistico interno, creando un ufficio dedicato con un responsabile e altre quattro persone. Grazie alle loro capacità, conoscenze ed esperienza, abbiamo arginato notevolmente le criticità, riuscendo a trovare spazio sulle navi per i nostri container e potendo così continuare a rifornire il mercato estero che in questi ultimi due anni è cresciuto di oltre il 25%. Non è andata così bene alla quota di crescita italiana, che in realtà si è abbassata.

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Transizione ecologica, sostenibilità e digitalizzazione sono alcune delle sfide più importanti che dovrà affrontare il mondo industriale nei prossimi anni. Saranno anche i vostri obiettivi?

Secondo noi questi sono proprio i tre obiettivi che tutti dovremmo perseguire, sia a livello personale, sia come società. Stiamo cercando, come azienda, di fare il possibile: abbiamo eliminato l’uso delle bottiglie di plastica monouso per l’acqua, sostituendole con le nostre borracce; inoltre, tutti i materiali cartacei, dai cartoni per imballaggio ai bloc notes che utilizziamo, sono fatti di materie prime certificate FSC, provenienti da fonti forestali responsabilmente gestite. Stiamo iniziando a realizzare i componenti che produciamo e distribuiamo utilizzando plastica di seconda vita in percentuali sempre crescenti, per impattare ancora meno sull’ambiente. Quanto alla digitalizzazione dei processi aziendali, porta innumerevoli vantaggi, fra cui il miglioramento dell’efficienza, l’aumento della flessibilità, la riduzione dei costi e un impiego più consapevole delle risorse; come Eurotrol ci stiamo muovendo in maniera decisa in questa direzione. Non è semplice trasmettere tutto questo a ogni comparto, ma ci siamo messi in gioco per affrontare questo cambiamento, dando vita a un circolo virtuoso.

Lei è anche presidente di Aqua Italia. In questa veste, c’è qualche istanza particolare che vorrebbe sottoporre all’attenzione delle istituzioni? Secondo lei il Pnrr potrà davvero dare una spinta al sistema industriale?

Come Aqua Italia abbiamo fatto un ottimo lavoro negli ultimi due anni. Abbiamo partecipato a tavoli ministeriali tramite Anima, che ha contribuito a dare una grossa spinta all’economia e ai singoli comparti. Il nostro obiettivo, pienamente centrato, era riuscire a far capire alle istituzioni quanto fosse importante il ruolo delle nostre aziende per l’eliminazione della plastica monouso, per la sostenibilità ambientale e per l’uso consapevole di determinate risorse, prima fra tutte l’acqua: a volte ce lo scordiamo, ma rimane uno degli elementi principali per la sopravvivenza dell’uomo. In questo biennio ci siamo accreditati molto bene ed è stato un primo passo per un riconoscimento a livello ministeriale dell’Associazione attraverso il bonus acqua potabile. Sicuramente questo incentivo è stato sottostimato rispetto a quello che ci aspettavamo, ma può essere il trampolino per un beneficio che possa durare nel lungo periodo. Il bonus filtri e acqua potabile avrà grande impatto sulla riduzione dell’uso della plastica, perché di fatto porterà a un consumo maggiore dell’acqua pubblica rispetto a quella in bottiglia. Il Pnrr può fare da volano ed è un’enorme opportunità per il Paese. Bisognerà utilizzarlo bene, è una grossa chance. Il nostro comparto ne sta già giovando, abbiamo visto come sono partiti i primi micro appalti per il rifacimento delle linee idriche nelle regioni del Sud ed è fondamentale per il comparto acque a livello nazionale. Avremo tanto da fare in futuro ma credo che sia un Piano molto interessante e ambizioso per tutta l’economia italiana.