Manifattura cresce in Usa e risale nell’eurozona

Il dato nazionale, però, denota una flessione dell’Italia

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La produzione manifatturiera alza la testa negli Stati Uniti e nell’eurozona, ma non in Italia. Emerge dagli ultimi dati sul settore, che evidenziano come negli Usa l’indice Pmi manifatturiero globale S&P sia salito a 52,9, superando il valore di 52 del mese precedente e le aspettative di mercato che erano attorno a 51. Si tratta della più forte espansione dell’attività manifatturiera americana da oltre tre anni.

Pure nell’eurozona, malgrado un lieve rallentamento rispetto a maggio, i dati di giugno mostrano una forte espansione della produzione nel settore manifatturiero. Il totale dei nuovi ordini si è stabilizzato, interrompendo un calo durato 37 mesi, e le vendite estere sono rimaste invariate dopo un lungo periodo di flessione iniziato nel marzo 2022. Anche le aspettative per i prossimi 12 mesi sono migliorate. Uno scenario che non comprende però l’Italia che, insieme ad Austria e Francia, segnala un peggioramento più rapido delle condizioni del settore manifatturiero.

Nel nostro Paese il settore manifatturiero ha perso vigore, con il Pmi sceso a 48,4, il peggior risultato da marzo. Dopo una breve ripresa a maggio, la produzione è tornata a contrarsi, trascinata da un forte calo dei nuovi ordini sia interni sia esteri. Le imprese segnalano difficoltà persistenti nel trovare nuovi clienti e un calo di interesse nei mercati esteri principali.