Siderweb: Next Generation Eu avrà impatto limitato sulla domanda acciaio

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Il Next Generation Eu avrà un impatto modesto sulla domanda di acciaio: si stima una richiesta aggiuntiva di circa 2 milioni di tonnellate (+1,1%) l’anno per 5 anni a livello europeo e di 520mila tonnellate in Italia (+1,95%)”. Secondo l’analisi presentata nel webinar ‘Pnrr: l’acciaio alla prova della crescita’ dell’Ufficio Studi siderweb “l’aumento nazionale si concretizzerà probabilmente nel 2023 e riguarderà soprattutto il settore delle costruzioni, che pesa per il 35% sul consumo totale di acciaio, e in misura modesta il comparto della produzione di impianti e macchinari e quello dei prodotti in metallo, che rappresentano ciascuno il 14% del consumo totale di acciaio”.

Alle costruzioni è destinato il 43% degli investimenti del Pnrr italiano; il 16% andrà al manifatturiero. “Il Next Generation Eu – ha spiegato Gianfranco Tosini dell’Ufficio Studi siderweb – aumenterà la domanda di acciaio principalmente attraverso investimenti in infrastrutture fisiche, come ferrovie, ponti, strade, e in infrastrutture nel settore delle fonti rinnovabili e nelle fabbricazione di impianti e macchinari per la transizione energetica e tecnologica”.

A frenare gli investimenti, però, potrebbe essere il rally delle materie prime. “Per fortuna, Rfi e Anas hanno aggiornato i prezzari al 2022 e tutte le gare che devono uscire quest’anno sono state rallentate dal fatto che si stanno ricalcolando i progetti sulla base di essi”, ha detto Angelica Donati, presidente di Ance giovani. Ci sono però “tutti i lavori già in corso che oggi non possono andare avanti proprio per la mancanza di revisione dei prezzi e di compensazioni nei contratti firmati, con le imprese che non possono sostenere l’aumento del costo dei materiali”.

Il Pnrr rappresenta senza dubbio un grande sforzo per il nostro Paese ma c’è ancora molto da definire. Le iniziative riguardanti la transizione 4.0 mi sembrano interessanti, oltre a quelle che erano già state coinvolte nella distribuzione dei vari bonus”, ha affermato Enrico Frizzera, CEO e General Manager di Manni Group. “Siamo molto indietro su tutto il resto, perché il meccanismo è oggettivamente di difficile comprensione”. Un fatto certo, secondo Frizzera, è che “se si investe in costruzioni ci sono ricadute molto ampie su un vasto panorama industriale, anche se c’è ovviamente da capire come il costo dei materiali inciderà sul complesso delle iniziative che saranno intraprese”.

Secondo il General Manager di Ucimu, Alfredo Mariotti, “attuare il Pnrr sarà decisamente impegnativo e dovremo essere bravi a cogliere il meglio di quanto interessa il nostro settore specifico, come l’automazione e la transizione 4.0, per i quali c’erano 18 miliardi di euro disponibili, uno dei quali è già stato utilizzato”. Quanto all’industria delle macchine utensili, Mariotti ha ricordato che “il 2021 è stato un anno decisamente favorevole. Si è recuperato tutto il terreno perso nel 2020 e siamo proiettati nel 2022 con una tendenza che dovrebbe portare a toccare valori migliori del 2019”.