Stretta sugli affitti brevi

Dal 1° settembre tutte queste strutture devono esporre il CIN

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Il boom degli affitti brevi, riferiti a locazioni turistiche di durata inferiore a 30 giorni, con oltre 64 milioni di pernottamenti sulle principali piattaforme tra luglio e settembre 2022 (secondo dati Eurostat), ha trasformato profondamente il settore turistico e l’equilibrio abitativo delle grandi città negli ultimi anni.

“Anche se non sono i principali responsabili della crisi abitativa in diverse metropoli, l’aumento degli affitti brevi – sottolinea Salvatore Baldino, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – ha sottratto migliaia di appartamenti dal mercato degli affitti a lungo termine, contribuendo al progressivo declino dei residenti nelle grandi città, che non riescono a trovare un alloggio a prezzi accessibili”.

Per contrastare gli effetti negativi degli affitti brevi, diverse città del mondo hanno adottato regolamentazioni specifiche. New York, ad esempio, ha introdotto un divieto quasi totale degli affitti brevi; Londra ha imposto un limite di 90 giorni per tali locazioni, mentre Monaco ha introdotto una tassa specifica per i proprietari.

“In Italia, il ministero del Turismo ha introdotto obblighi come il codice identificativo nazionale (CIN) per le locazioni turistiche e la necessità di registrare l’attività come imprenditoriale per chi gestisce più di quattro alloggi. A partire dal 1° settembre 2024 – conclude Baldino – tutte le strutture in affitto breve dovranno esporre il CIN e a indicarlo negli annunci pubblicitari”.

Le sanzioni previste per il mancato rispetto di queste regole prevedono multe che vanno da 5.000 a 8.000 euro.