Anima-Confindustria: Carenza materie prime rallenta meccanica

E’ concreto il rischio di andare incontro a nuovi aumenti

industria metalmeccanica

Nei primi mesi del 2023 la scarsa reperibilità delle materie prime continua a pesare sull’industria meccanica italiana, ingenerando rallentamenti e ritardi sull’intera catena di fornitura. È quanto emerge dalla settima edizione del Focus materie prime di Anima Confindustria, l’osservatorio congiunturale dedicato alle commodity di maggiore interesse per le imprese del comparto. Lo studio condotto da Achille Fornasini, responsabile del Laboratorio per l’analisi delle Dinamiche dei Sistemi e dei Mercati finanziari dell’Università degli studi di Brescia e coordinatore dell’Osservatorio congiunturale di Anima, analizza l’attuale scenario di rallentamento economico connotato dalle incertezze derivanti dal conflitto russo-ucraino, dall’inflazione e dalle ricadute delle conseguenti manovre monetarie restrittive.

Pietro Almici, vicepresidente di Anima Confindustria, ha commentato: “Il contesto in cui l’industria meccanica si sta muovendo è complesso: da un lato, la crisi energetica appare in buona misura rientrata; il costo dei noli marittimi si è ridimensionato e, rispetto agli ultimi anni, si notano miglioramenti sui rincari esplosi con la pandemia e aggravati dalla crisi geopolitica. Al contempo, però, stanno tornando delle criticità e il rischio di andare incontro a nuovi aumenti è concreto. La carenza di materiali e microchip provoca rallentamenti che ricadono su tutta la supply chain, con ritardi degli ordini per le aziende che già patiscono la generale incertezza dei mercati”.

“Da un recente sondaggio diffuso da Anima – ha proseguito Almici – è emerso che un’azienda su tre nella prima metà dell’anno sta registrando ritardi negli incassi dai clienti, mentre otto aziende su dieci registrano aumenti dei costi e prevedono marginalità ridotte nel primo semestre del 2023, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per quanto ci sia stato un miglioramento, infatti, i prezzi di materiali fondamentali per la nostra manifattura, tra cui l’acciaio, si mantengono ancora alti rispetto ai valori pre-pandemici. Un aspetto che, insieme alla difficoltà di reperire manodopera specializzata, costituisce un ostacolo nel percorso di buona ripresa che l’industria meccanica sta attraversando”.