
Il Centro Studi Confindustria ha pubblicato l’analisi “flash” congiunturale relativa al mese di gennaio 2025. Un anno che si è aperto con i prezzi dell’energia in aumento – che incidono sull’inflazione e i costi delle imprese – e con i timori dei dazi applicati all’export; il contraltare è rappresentato dal calo dei tassi, che alleggerisce le condizioni finanziarie.
L’indice RTT (CSC-TeamSystem) segnala un rimbalzo del fatturato dei servizi a novembre e una crescita acquisita nel 4° trimestre. A dicembre, il PMI è risalito in area espansiva (50,7 da 49,2) e anche la fiducia delle imprese del settore è rimbalzata; quella delle imprese turistiche è ai massimi, anche se la spesa di stranieri aveva segnato in ottobre il primo calo del 2024 (-5,9% annuo).
Per quanto riguarda l’industria a novembre la produzione è salita dello 0,3%, seguendo il recupero marginale di ottobre; tuttavia, l’RTT industria indica invece un 4° trimestre in calo per il fatturato.
Resta invece debole, nel complesso, il quadro degli investimenti. A dicembre si rileva una moderata risalita della fiducia delle imprese (95,3, da 93,2), ma si registra un calo della domanda, come si evince dagli ordini di beni (saldo a -22,5, da -21,9), sia sul mercato interno sia estero. Decrescono anche le vendite al dettaglio (-0,6% in volume) di beni alimentari e non, conseguenza di una flessione della fiducia delle famiglie che ha caratterizzato tutto l’ultimo trimestre 2024. Resta ferma a questo periodo anche la crescita degli occupati (+0,1%), mentre a gennaio 2025 si registra un calo significativo del 6,6% della domanda di occupazione, che si traduce in una minore forza lavoro e, di conseguenza, in una limitazione delle prospettive di crescita occupazionale futura.
Infine, l’export italiano di beni resta debole nel 4° trimestre (-0,2% a ottobre-novembre sul 3°). Il dato dell’analisi congiunturale racconta di una dinamica negativa nei mercati Ue (-0,9%), incluse Germania e Francia, a fronte di un timido aumento extra-Ue (+0,6%): bene in UK e Turchia, male negli Usa (-11,0% annuo a novembre) e Cina (-19,2%). Ad accusare maggiormente il colpo sono i mezzi di trasporto (-17,3%) e il tessile-abbigliamento-calzature (-9,0%). Le prospettive restano deboli, secondo gli ordini manifatturieri esteri in dicembre, anche per il commercio mondiale. Su questo scenario si stagliano i rilevanti rischi che pongono i possibili dazi USA, seconda destinazione dell’export italiano con oltre il 22% dell’extra-Ue.