Di Maio: Meccanica è centrale per l’export

“Un pacchetto di misure per il rilancio del settore”

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio

Non si può dire che Luigi Di Maio stia interpretando il ruolo di ministro degli Affari Esteri in maniera poco dinamica. La Farnesina è la sua base di appoggio ma è sempre più facile trovarlo in missione diplomatica in qualche angolo del mondo. È stato il primo ministro degli Esteri a incontrare un rappresentante dell’amministrazione Biden, è stato ripetutamente in Libia, ha intrapreso il viaggio in Mali per affrontare la delicata questione dei migranti, di recente ha cercato di ricucire i rapporti con gli Emirati Arabi. Eppure non perde mai di vista la situazione italiana e l’operazione di rilancio che sta imbastendo il Governo. Proprio sul tema del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con particolare attenzione al comparto industriale, il ministro Di Maio ha rilasciato una lunga intervista a emmedimeccanica.com.

Dopo quasi un anno e mezzo di pandemia si può dire che si vede la luce in fondo al tunnel?

La situazione è in miglioramento, ma non possiamo commettere l’errore di abbassare la guardia, anche perché il virus ha dimostrato di essere imprevedibile. È necessario proseguire il lavoro per dare risposte all’emergenza sanitaria. Credo, in particolare, che sia essenziale aumentare la capacità industriale dell’Ue e accelerare la fornitura di vaccini. Al contempo, dobbiamo tener conto delle esigenze dei nostri cittadini, che si aspettano un allentamento delle restrizioni. Proprio per questo stiamo lavorando, insieme ai partner europei, all’introduzione di un nuovo certificato verde digitale che dovrebbe permettere di conciliare la libertà di circolazione delle persone con l’esigenza primaria di tutelare la salute pubblica.

Il rilancio del sistema Italia dipende da quanto saremo bravi a usare le risorse del Recovery Fund?

È esattamente così. Avere risorse non basta, bisogna utilizzarle bene. Il successo del ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza’ dipenderà proprio da questo. Come indica il nome stesso del Piano, i due macro obiettivi che vogliamo raggiungere sono ‘ripresa’ e ‘resilienza’. Questo vuol dire riparare i danni economici e sociali provocati dalla pandemia.  La ripartenza dell’Italia passerà da molteplici snodi, tra cui credo valga la pena menzionare il rafforzamento della competitività delle nostre aziende, la riforma dei nostri istituti tecnici e professionali, il raggiungimento di una leadership tecnologica e industriale nelle principali filiere della transizione ecologica, la digitalizzazione delle imprese e dei settori che trainano la nostra economia, a partire dall’export e dall’alta tecnologia. Ma, soprattutto, passerà dalla nostra capacità di fare squadra.

 

Card DiMaio 3

 

L’economia è sotto stress, in particolare il comparto dell’industria meccanica è in sofferenza. Quali sono le strategie e gli strumenti per poter ripartire?

Purtroppo, gli effetti nefasti della pandemia hanno interessato tutti i settori dell’export italiano, inclusa l’industria dei beni strumentali. Per rilanciare le nostre esportazioni abbiamo ideato il ‘Patto per l’Export’, per il quale sono stati stanziati oltre 4 miliardi di euro, che verranno usati per sostenere le nostre aziende nella transizione digitale, nella formazione di capacità manageriali e nell’accompagnamento sui mercati esteri. In questo ambito, stiamo investendo anche per il rafforzamento delle competenze digitali e manageriali delle PMI tramite il programma ‘Smart Export – L’accademia digitale per l’internazionalizzazione’, con cui offriamo a 20mila PMI percorsi gratuiti di alta formazione sui temi dell’internazionalizzazione e del digitale. Sul piano della formazione, abbiamo inoltre ideato lo strumento del ‘Digital Temporary Export Manager’ e un programma di voucher per l’export digitale che la Farnesina si appresta a offrire a circa 7mila microimprese manifatturiere.

L’industria meccanica rappresenta pressappoco il 50% dell’export italiano nel mondo: il suo ministero ha previsto un piano per il rilancio?

Siamo ben consapevoli dell’assoluta centralità della meccanica per il nostro export e per questo il documento conclusivo dell’ultima Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione ha inserito la meccanica strumentale tra i comparti prioritari. Il rilancio del comparto si lega, però, a un più ampio pacchetto di interventi a favore dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia. Per favorire il rilancio delle imprese esportatrici, ci siamo adoperati per potenziare la dotazione finanziaria degli strumenti di finanza agevolata che SIMEST gestisce su mandato del Comitato Agevolazioni, presieduto dal MAECl. Il primo è il Fondo 394/81, finanziato per 2,1 miliardi di euro nel 2020 (di cui oltre 660 a fondo perduto) e per ulteriori 1,8 miliardi quest’anno, per usufruire del quale abbiamo già avuto oltre 13mila domande, a conferma del suo valore strategico. Il secondo è il Fondo Unico di Venture Capital, di cui abbiamo assicurato un rifinanziamento di 100 milioni nel 2020, ampliandone l’utilizzabilità al territorio dell’UE.

Anche in piena pandemia il made in Italy è rimasto un ‘brand’ apprezzato in tutto il mondo. Quali sono i nuovi mercati da esplorare o consolidare?

Il “made in Italy” è ovunque sinonimo di bellezza, elevata qualità, eleganza ed affidabilità. Si tratta di un patrimonio eccezionale, che credo sia doveroso valorizzare al massimo anche da un punto di vista mediatico. Per tale ragione la Farnesina ha contribuito al lancio della piattaforma MADEINITALY.GOV.IT, una “piattaforma” di promozione ad hoc del marchio Italia. Il primo passo di questa strategia è stato far sì che la tappa italiana del campionato di Formula 1 offrisse l’opportunità di trasformare un evento sportivo con visibilità mondiale in una vetrina di presentazione del made in Italy. Con il Patto per l’Export, abbiamo inoltre in programma di lanciare una campagna promozionale straordinaria, interamente basata sul digitale e destinata al rilancio delle esportazioni nei primi 26 mercati di destinazione del nostro export.  In una prospettiva di lungo periodo, sarà poi cruciale sostenere la penetrazione delle nostre aziende nelle aree geoeconomiche a maggior potenziale di sviluppo, come quella dell’ASEAN e dei Paesi centroasiatici, senza dimenticare le opportunità offerte da un continente per noi strategico sotto tanti punti di vista quale è l’Africa.

Lei è stato il primo ministro degli Esteri ricevuto dall’amministrazione Biden. I rapporti con gli Usa restano prioritari.

Essere stato il primo esponente di governo straniero ricevuto a Washington dall’Amministrazione Biden testimonia la centralità del rapporto privilegiato che lega l’Italia agli Stati Uniti. Lo confermano anche le celebrazioni del 160esimo anniversario dei rapporti diplomatici bilaterali. Esistono molteplici punti di contatto tra le agende dei rispettivi Governi, sia in relazione ai teatri di crisi internazionale, sia in relazione ai grandi temi globali quali la lotta alla pandemia, il cambiamento climatico, la ripresa economica. La mia recente visita a Washington ha confermato il desiderio condiviso di lavorare insieme per raggiungere importanti obiettivi. Sul piano commerciale salutiamo positivamente la sospensione da parte USA e UE dei reciproci dazi per 4 mesi, entrata in vigore lo scorso 11 marzo. Auspichiamo di poter pervenire in tempi brevi anche alla revoca da parte degli USA dei dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio.

Dall’Europa fino alla Libia: si consolida la leadership dell’Italia.

Credo sia importante acquisire la giusta consapevolezza della nuova leadership che l’Italia sta consolidando in Europa e nel Mediterraneo. In Europa, l’Italia ha svolto e sta svolgendo un’opera di impulso che ha contribuito in modo determinante ad orientare la risposta dell’UE al COVID. Fin dallo scoppio della pandemia, la nostra azione è stata fondamentale per l’adozione di politiche europee straordinarie: dai vaccini, alle risorse del recovery, a quelle di sostegno eccezionale alla cassa integrazione e alle imprese, al coordinamento per il contenimento del virus. Si tratta di un’azione radicata nel presente ma con lo sguardo rivolto anche al futuro. Quest’anno partirà una grande Conferenza sul futuro dell’Europa, a cui parteciperanno non solo Governi e Istituzioni ma anche cittadini e associazioni e l’Italia ha già cominciato a fare la propria parte per indirizzare la riflessione sull’Europa che vogliamo costruire. Rivolgendo lo sguardo all’altra sponda del Mediterraneo, abbiamo svolto – e continueremo a svolgere – un ruolo di primo piano a sostegno della stabilizzazione della Libia, priorità della nostra politica estera.