31 Luglio 2024
Il settore delle pompe di calore in Europa ha registrato una crescita robusta negli ultimi dieci anni, caratterizzata da una continua espansione a due cifre. Solo nel 2022, le vendite sono aumentate del 38%, con oltre 3 milioni di unità vendute, di cui circa 1,2 milioni di unità aria/acqua e 1,5 milioni di unità aria/aria. Ciò ha comportato una capacità installata di oltre 28 GW, eliminando circa 4 miliardi di metri cubi di gas e riducendo le emissioni di CO2 di 8 Mt. Tuttavia, questa crescita continua ha visto una battuta d’arresto nel 2023. Dati recenti raccolti dalla European Heat Pump Association (Ehpa) mostrano che le vendite di pompe di calore in 21 Paesi europei sono state inferiori del 6,5% rispetto all’anno precedente: il primo calo dopo dieci anni di crescita annuale, che sta già costringendo i produttori a tagliare o ridurre i posti di lavoro: i cambiamenti annunciati finora avranno un impatto su quasi 3.000 dipendenti e rivedranno i loro piani di investimento annunciati.
Lo scorso anno Francia, Italia, Svezia, Finlandia, Polonia, Danimarca, Austria e Svizzera hanno registrato un calo delle vendite di pompe di calore. Anche se sono aumentati in Portogallo, Belgio, Norvegia, Paesi Bassi, Spagna e Germania, ciò non è stato sufficiente a compensare il calo complessivo. Inoltre, anche in molti Paesi che hanno registrato una crescita complessiva, le vendite trimestrali sono diminuite verso la fine del 2023.
I produttori di pompe di calore vedono “una tendenza addirittura in peggioramento nel 2024. Questo calo fa parte di una tendenza allarmante che mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’Europa e che richiede un’azione urgente e sostegno politico”, sottolinea l’Ehpa. Tra gli obiettivi a rischio figurano quello del 49% di energie rinnovabili per il riscaldamento entro il 2030 e i 60 milioni di pompe di calore installate necessarie entro il 2030 per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette dell’UE entro il 2050, come incluso nell’ultimo studio PRIMES della Commissione europea sulla modellizzazione energetica per gli obiettivi del 20403. Infatti, “con gli attuali livelli di vendita annuali (3 milioni all’anno), entro il 2030 verrebbero installate circa 45 milioni di pompe di calore, circa il 25% in meno rispetto agli obiettivi dell’Ue. Ciò equivale a cinque anni di vendite di pompe di calore ai tassi attuali. L’UE perderebbe potenziali investimenti e una crescita industriale netta pari a zero. Sarebbe anche un’occasione persa – prosegue Ehpa – per evitare l’emissione di circa 70 Mt di CO2, più o meno la produzione annua di CO2 della Romania”.