Ferro (ICE): Export ok ma servono investimenti

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Carlo Ferro è ottimista (ma con moderazione) sulla ripresa dell’azienda Italia. Il presidente dell’agenzia ICE, in una intervista al Corriere della Sera, traccia le linee guida di quella che secondo lui dovrebbe essere la politica del rilancio: “L’export continua a trainare la ripresa italiana. Ma ora le industrie strategiche devono investire senza indugio”, lo slogan a presa rapida coniato per inquadrare un momento delicatissimo.

Ferro snocciola dati incoraggianti (“dopo la crisi del 2008, e nel decennio successivo, l’export è stato l’unico traino dell’economia italiana. I dati del primo semestre indicano che già oggi le nostre esportazioni hanno superato i livelli pre-Covid. Il +24% sul 2020 non è significativo ma il +4,2% sul 2019 è un segnale molto importante”) e riscalda una speranza, ovvero che “con le risorse del Pnrr arrivino investimenti pubblici e privati e i consumi interni a spingere la crescita”.

Dati che potrebbero essere più alti se la Germania, nostro primo partner commerciale, non avesse rallentato la propria economia. Guardando avanti, il presidente di ICE è fiducioso: “I dati indicano un forte aumento del commercio internazionale, tra il 13 e 14%” e porterebbero l’Italia all’ottavo posto per l’esportazione. Per quanto riguarda l’aumento del prezzo delle materie prime, Ferro ritiene che si tratti un problema superabile ma non senza investimenti: “Spero che ora il management aumenti gli investimenti. Le industrie strategiche devono investire di più e senza indugio”.

Affrontando, infine, il tema dell’incremento dell’esportazione verso l’extra Ue, Ferro sottolinea l’importanza di un’apertura maggiore e la necessità di un intervento fiscale per incentivare l’esportazione. “Il Baricentro internazionale si sta spostando verso oriente”: infatti, il Paese ha segnato il 48, 3% sull’export italiano in Cina.