L’analisi della CGIA di Mestre fotografa una realtà economica italiana in cui le spese obbligate assorbono una porzione significativa del reddito delle famiglie, lasciando poco spazio ai consumi discrezionali. Uno squilibrio che ha implicazioni rilevanti anche sull’intero tessuto economico.
Nel 2023, il 56% del reddito delle famiglie italiane è stato destinato a spese irrinunciabili come alimentazione, bollette e spese condominiali.
“L’analisi evidenzia significative differenze geografiche. Al Nord Italia – sottolinea Guido Rosignoli, vicepresidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – la spesa mensile totale è più alta, ma l’incidenza delle spese obbligate è inferiore. Al contrario al Sud, la spesa complessiva è più bassa, ma è maggiore la quota delle spese obbligate”.
“La predominanza delle spese obbligate riduce la spesa per beni e servizi discrezionali, con ripercussioni su piccole imprese artigianali – prosegue Rosignoli – già colpiti da tasse elevate, affitti costosi, concorrenza e crescita dell’e-commerce. Inoltre, incide anche sull’economia locale, penalizzando i settori che dipendono dai consumi non essenziali, come i negozi di vicinato”.