La sentenza n. 23570/2024 della Corte di Cassazione è di particolare rilievo poiché afferma un importante principio relativo all’efficacia delle sentenze penali assolutorie nei confronti dei procedimenti tributari paralleli, alla luce della normativa introdotta dal D.Lgs. N. 87/2024.
“Secondo l’art.21 del citato Decreto 87, la sentenza irrevocabile di assoluzione perché il fatto non sussiste o l’imputato non lo ha commesso, pronunciata a seguito di dibattimento per gli stessi fatti oggetto del processo tributario – spiega Gianluca Buselli, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – vincola anche il giudizio tributario, impedendo l’accertamento fiscale basato sugli stessi fatti”.
“I Supremi Giudici hanno stabilito che questa nuova disposizione si applica anche alle sentenze penali di assoluzione divenute irrevocabili prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. n.87/2924 – prosegue Buselli – a condizione che, al momento dell’entrata in vigore della legge, il giudizio di cassazione contro la sentenza tributaria d’appello sia ancora pendente. In questo modo, anche le sentenze penali di assoluzione passate in giudicato prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. n.87/2024, potranno influenzare i procedimenti tributari in corso”.
La decisione della Suprema Corte rappresenta un importante precedente per i casi futuri in cui le sentenze penali irrevocabili di assoluzione siano divenute definitive prima dell’entrata in vigore del 29 giugno 2024 (data di entrata in vigore del decreto), garantendo che tali decisioni siano riconosciute anche in ambito tributario, proteggendo i diritti dei contribuenti.