Il lavoro notturno per le attività stagionali

Le regole, i limiti, chi ne è escluso e le deroghe

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Il lavoro notturno è una realtà comune nel periodo estivo, dal momento che molte attività stagionali richiedono un’estensione dell’orario di lavoro anche durante la notte.

“Per prima cosa ricordiamo che secondo l’Ispettorato nazionale del lavoro e il D.Lgs. n.66/2003, un lavoratore è considerato notturno se presta la propria attività per almeno sette ore consecutive che comprendano l’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino. La contrattazione collettiva però – spiega Michela Benna, consigliera d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – può stabilire l’inizio di questo periodo alle 22, alle 23 o alla mezzanotte”.

Sono esclusi dal lavoro notturno i minori di 18 anni, le donne in gravidanza e fino a un anno di età del bambino, i lavoratori che assistono persone disabili, i genitori con figli sotto i tre anni e gli unici genitori affidatari di figli fino a 12 anni.

“Il lavoro notturno non può eccedere le 8 ore nelle 24 ore. È previsto un periodo di riposo compensativo – prosegue Benna – per recuperare dopo un lavoro continuativo superiore alla norma, specialmente in giorni festivi o per periodi prolungati”.

I lavoratori notturni hanno diritto a una maggiorazione della retribuzione: CCNL Terziario Commercio: +15% (nella fascia oraria compresa tra le 22 e le 6); CCNL Turismo: +25% (tra la mezzanotte e le 6 del mattino); CCNL Metalmeccanici: +20% fino alle 22, +30% dopo; CCNL Chimico Farmaceutico e Affini: +30% (dalle 22 alle 6); Le ore straordinarie notturne prevedono ulteriori maggiorazioni per i metalmeccanici (+55%), il turismo (+50%), il commercio e settore terziario (+50%) e, infine, per la farmacia (dal 50% al 75%).