Imprese agricole, le misure contro il ‘caro bollette’

Non è stato confermato il credito d’imposta per l’acquisto di energia e gas nel 2° trimestre

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Con il Decreto Bollette, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 marzo scorso, vengono approvate e rinnovate misure contro il caro energia per tutte le imprese, comprese le società agricole.

“L’articolo 6 del decreto in commento punta a garantire che la tassazione della produzione di energia, realizzata dalle aziende agricole, avvenga sulla base dei valori del 2021, ovvero prima dell’impennata dei costi energetici. Senza questo intervento – sostiene Salvatore Baldino, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – le aziende agricole, a fronte di una tariffa onnicomprensiva che non tiene conto del vertiginoso aumento dei costi energetici, sarebbero state soggette a un prelievo con un’imposizione superiore di oltre 5 volte a quanto incassato”.

Perché le attività si considerino produttive di reddito agrario, la componente riconducibile alla valorizzazione dell’energia ceduta è data dal minor valore tra il prezzo medio di cessione dell’energia determinato dall’Arera, e il valore di 120 euro/MWh.

“Non è stato confermato invece per il secondo trimestre – prosegue Baldino – il credito d’imposta alle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 per alleggerire il costo dell’energia”.

Per le imprese agricole, tali crediti riguardano: gasolio agevolato per autotrazione, riscaldamento serre, allevamenti e attività agromeccaniche: 20% della spesa; gas naturale: 45% della spesa; energia elettrica: del 35% della spesa.

Tali crediti dovranno essere utilizzati in compensazione o ceduti a terzi entro il 31 dicembre 2023.