Istituti tecnici: troppo pochi per il settore

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In un mercato del lavoro che richiede sempre maggiore specializzazione il legame tra sistema educativo e occupazione è molto stretto. In Italia, però, il settore dell’industria meccanica si trova a fare i conti con un problema che ha origini lontane: la cronica mancanza di istituti tecnici superiori. Una lacuna che incide sull’intero sistema: da una parte ci sono infatti le imprese che richiedono manodopera qualificata, dall’altra scuole che preparano gli studenti al mondo del lavoro ma che sul territorio nazionale sono però in numero insufficiente per rispondere in modo adeguato alle esigenze produttive.

I temi

  • La cronica mancanza di istituti tecnici in Italia
  • Il rapporto impari tra diplomati nei tecnici in Italia e in Germania
  • La necessità di aumentare gli istituti nel nostro Paese
  • Un nuovo istituto specializzato in meccatronica: il progetto di Borgomanero

Italia vs Germania, un rapporto impari

La questione è stata sollevata da Flavio Lorenzin, presidente di Confimi Meccanica, in un suo recente intervento sull’Huffington Post. Lorenzin ha illustrato la situazione italiana con un semplice rapporto: per ogni diplomato in un istituto tecnico nel nostro Paese ce ne sono 80 in Germania. Questa sproporzione si ripercuote sul mercato produttivo, mettendo le imprese meccaniche italiane in una condizione di svantaggio rispetto alle omologhe realtà tedesche, che possono quindi contare su un numero molto superiore di giovani formati.

Eppure, come ha ricordato lo stesso Lorenzin, le opportunità non mancano nemmeno in Italia. Nonostante le difficoltà economiche provocate dalla pandemia, 4 pmi italiane su 10 – tra quelle attive nel comparto della meccanica – puntano ad assumere nuovi addetti nei primi mesi del 2021. Molti imprenditori si scontrano però con la mancanza di figure specializzate: questo problema riguarda infatti l’83% delle aziende meccaniche.

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La soluzione? Incrementare la presenza sul territorio

Nel suo intervento, il presidente di Confimi Meccanica ha ribadito l’importanza di incrementare gli istituti tecnici nel nostro Paese. Attualmente ce ne sono solamente 107 in tutta Italia, numero insufficiente per venire incontro al fabbisogno delle imprese. Serve quindi una maggiore presenza sul territorio, considerando anche l’attuale organizzazione delle ore di lezione nelle scuole. La formazione si svolge infatti al 50% in aula e al 50% in azienda, condizione che permette agli studenti di toccare con mano il mondo del lavoro.

La collaborazione tra strutture scolastiche e imprese è alla base delle buone prospettive occupazionali per i diplomati negli istituti tecnici. Parte del merito va dato anche alla riforma del 2010, che ha introdotto in queste scuole nuove aree di riferimento che guardano al mercato del lavoro di domani: Efficienza energetica, Mobilità sostenibile, Tecnologie dell’informazione e della comunicazione e Nuove tecnologie per il made in Italy sono solo alcuni esempi.

Proprio per questo occorre premere sull’acceleratore, aprendo nuovi istituti tecnici. Non lo chiedono solo le imprese, ma anche gli stessi ragazzi che desiderano specializzarsi.

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Meccatronica: buone notizie da Borgomanero

Grazie all’interessamento degli imprenditori qualcosa si sta già muovendo. Gianni Filippa, presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, ha lanciato la proposta di creare a Borgomanero, in Piemonte, un nuovo istituto tecnico specializzato in meccatronica. L’iniziativa punta a formare personale in grado di lavorare con i sistemi di automazione degli impianti e dei macchinari, esigenza sempre più pressante nel settore metalmeccanico.

La scelta della cittadina non è casuale. «Penso a Borgomanero per una serie di ragioni», ha dichiarato Filippa in una recente intervista a La Stampa. «È all’interno della zona del distretto della rubinetteria, il polo che maggiormente ha questa esigenza; è baricentrica anche rispetto alle aree limitrofe, dalla Valsesia al Novarese, è facilmente raggiungibile e ha già una tradizione consolidata di istituti superiori, in particolare tecnici e scientifici. Una scuola di questo genere costituirebbe un vero ponte fra il mondo del lavoro e l’ambito degli studi e offrirebbe agli studenti sbocchi professionali molto concreti e immediati».

La proposta ha riscosso il parere favorevole delle istituzioni comunali di Borgomanero, che hanno già individuato due aree cittadine in cui potrebbe sorgere nel prossimo futuro l’istituto tecnico.