L’ultima Manovra introduce alcune novità sul sistema pensionistico italiano, apportando cambiamenti significativi per le pensioni minime. Il disegno di legge mantiene in vigore le misure di flessibilità per il prepensionamento come Quota 103, l’Ape sociale estesa al 2025 e Opzione Donna, confermata per le donne caregiver, invalide o licenziate da imprese in crisi.
“La nuova manovra, abolisce la facoltà della Pubblica Amministrazione di richiedere la cessazione del servizio per coloro che hanno raggiunto i requisiti di pensione anticipata senza l’età ordinamentale. I limiti di età per il pensionamento nella PA – spiega Michela Benna, consigliera d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – sono ora uniformati all’età della pensione di vecchiaia. Inoltre, le amministrazioni possono trattenere fino al 10% dei dipendenti fino ai 70 anni, in base a esigenze e meriti specifici”.
Per il 2025, l’adeguamento delle pensioni all’inflazione continua con l’indicizzazione completa solo per pensioni fino a 4 volte il minimo. Le pensioni minime per gli over 75 sono soggette a una supervalutazione del 2,2% per il 2025 e dell’1,3% nel 2026.
“Per le donne con quattro o più figli e pensione interamente contributiva – prosegue Benna – la manovra riduce di 16 mesi il requisito di età per la pensione di vecchiaia, o in alternativa aumenta il coefficiente di trasformazione, incrementando l’importo della pensione”.
Inoltre, dal 2025 per i lavoratori nel sistema contributivo, anche le pensioni integrative saranno incluse nel calcolo, agevolando il pensionamento.