Materie critiche, Ue studia restrizioni per la Cina a export gallio-germanio

La Commissione ha iniziato un processo di analisi della situazione e delle risposte da mettere in campo

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“Non ripeteremo gli errori della pandemia e del gas russo”. È questo lo stato d’animo a Bruxelles nell’affrontare le settimane che conducono all’introduzione delle limitazioni alle esportazioni di gallio e germanio da parte della Cina, secondo le parole della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. L’esecutivo comunitario ha iniziato un processo di analisi della situazione e delle risposte da mettere in campo, perché i Ventisette non si ritrovino completamente impreparati di fronte a una possibile nuova crisi di approvvigionamento, questa volta di materie prime critiche necessarie per le tecnologie digitali e verdi.

“La Cina è stata chiara che le misure per il controllo delle esportazioni sono legate alla questione dei semiconduttori, da quello che ho inteso ad agosto prenderanno la decisione sull’implementazione”, è quanto ricordato dalla numero uno della Commissione dopo il vertice Ue-Giappone a Bruxelles. In attesa dell’entrata in vigore delle limitazioni alle esportazioni cinesi delle due materie prime critiche a partire dal primo di agosto, a Bruxelles si sta studiando attentamente la situazione. “In una situazione come questa dobbiamo chiarire quali settori nello specifico ne sono dipendenti, quali catene di approvvigionamento sono coinvolte e soprattuto chi altro ci può fornire questi materiali”, ha spiegato von der Leyen, delineando il processo che dovrà prevenire una situazione “molto difficile”.

La via d’uscita per Bruxelles risiede nella diversificazione della catena di approvvigionamento del gallio, del germanio e di tutte le altre materie prime critiche su cui l’Unione dipende in larga parte da Pechino. “Abbiamo accumulato esperienza e abbiamo imparato quanto è importante avere molti partner che condividono la nostra visione”. La base di partenza su cui impostare una possibile risposta già c’è ed è il Critical Raw Materials Act, la proposta di Regolamento sulle materie prime critiche presentata lo scorso 16 marzo. Al suo interno c’è proprio una sezione dedicata a un consorzio di partner internazionali (consumatori e produttori) – il Club delle materie prime critiche “in formazione” – che spingerà la diversificazione delle catene di approvvigionamento globali: “Avremo una risposta veloce contro questo tipo di misure coercitive e una migliore panoramica su chi può aiutarci con le forniture”, ha messo in chiaro von der Leyen.

L’impatto per i Ventisette dipenderà dall’applicazione delle restrizioni da parte di Pechino, perché le esportazioni non sono state soppresse ma sottoposte a maggiori controlli. Dal primo agosto gli esportatori di materie prime critiche dovranno richiedere una licenza specifica per gallio e germanio al ministero del Commercio cinese, con informazioni su acquirenti e ordini effettuati. Ma, di fronte a uno scenario particolarmente incerto, la Commissione Ue ha già iniziato a studiare quali potrebbero essere gli impatti peggiori e le contromisure da prendere, per non ripetere per la terza volta in quattro anni una crisi di approvvigionamento che potrebbe mettere seriamente a rischio la transizione digitale e verde.