Violenza e parità di genere, lo stato dell’arte

La Giornata del 25 novembre è stata l’occasione per fare il punto sul mondo femminile

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Dall’inizio del 2024, si contano 3.000 violenze sessuali, 700 casi di revenge porn, oltre 33.000 chiamate al numero 1522 antiviolenza, 20.000 donne sono state avviate a percorsi di supporto e 99 donne sono state vittime di femminicidio.

Secondo l’ISTAT, il 31,5% delle donne ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. Numeri drammatici che dipingono un quadro di emergenza sociale. Una violenza che spesso non si ferma a quella fisica, ma si traduce anche in dipendenza economica. Molte donne, infatti, per evitare di trascinare i figli nella povertà, rimangono intrappolate in relazioni violente.

“Per cercare di contrastare questa emergenza, è stato introdotto il Reddito di libertà – sostiene Rosa Santoriello, consigliera d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili – che prevede un sostegno economico di 400 euro mensili per un massimo di 12 mesi, destinato alle donne seguite dai centri antiviolenza o dai servizi sociali”.

A questa misura, si aggiunge un esonero contributivo fino a 8.000 euro annui per ogni assunzione, valido per il triennio 2024-2026, per i datori di lavoro privati che assumono donne beneficiarie del Reddito.

“Nonostante le potenzialità del Reddito di libertà – prosegue Santoriello – i fondi destinati a questa misura sono rimasti bloccati per oltre dieci mesi quest’anno, lasciando le richieste in sospeso e alimentando le proteste di Comuni e Centri antiviolenza”.

Il 25 novembre, inoltre, l’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa ha reso noti i risultati delle sue iniziative mirate a sostenere l’imprenditoria femminile e favorire l’inclusione di genere.

“Secondo il Bilancio di Sostenibilità 2023 – spiega Fedele Santomauro, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – Invitalia ha raggiunto la parità salariale tra uomini e donne con due anni di anticipo rispetto agli obiettivi fissati dal Piano Strategico di Sostenibilità. Infatti, oltre il 50% dei dipendenti di Invitalia sono donne ed il 40% dei ruoli manageriali è ricoperto da donne. Grazie al programma Imprenditoria Femminile, una delle iniziative chiave del gruppo – prosegue Fedele Santomauro – ha supportato la creazione di 4.200 nuove imprese nel 2023, con il 40% di queste guidate da imprenditrici”.

Tra i progetti di punta figurano Cod(H)er che mira a mira a formare 50 giovani donne NEET (disoccupate o inoccupate) nel Mezzogiorno e LiFE, un programma di accelerazione dedicato a startup innovative.