Anche l’Italia partecipa al progetto di interesse Ue sui semiconduttori

Nuova spinta all’industria digitale

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Una nuova spinta all’industria europea digitale, che estende il concetto di aiuti di Stato per facilitare la cooperazione tra Stati membri e industrie nel settore dei semiconduttori. La Commissione Europea ha dato il via libera al progetto di interesse comune europeo (Ipcei) per sostenere la ricerca, l’innovazione e la prima diffusione industriale della microelettronica e delle tecnologie di comunicazione lungo tutta la catena del valore, per accelerare la transizione digitale e verde attraverso un impulso dai finanziamenti pubblici.

C’è anche l’Italia – insieme ad Austria, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Spagna – tra i 14 Paesi membri che hanno preparato e notificato il progetto di interesse comune europeo sui semiconduttori da 8,1 miliardi di euro in finanziamenti pubblici, che dovrebbero sbloccare ulteriori 13,7 miliardi di euro di investimenti privati. “L’innovazione può comportare rischi che il mercato da solo non è in grado di affrontare, è per questo che gli aiuti di Stato dovrebbero colmare questa lacuna”, ha spiegato la vicepresidente della Commissione Ue per il Digitale e commissaria europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager, annunciando i progetti di ricerca sui semiconduttori che hanno ottenuto l’approvazione di Bruxelles.

Si tratta di 56 aziende (tra cui piccole e medie imprese e start-up), impegnate in 68 progetti attraverso più di 180 collaborazioni transfrontaliere, che coprono tutta la catena del valore, dai materiali e dagli strumenti alla progettazione dei chip e ai processi di produzione. Tra queste, anche le italiane Memc Electronic Materials, Menarini Silicon Biosystems, Siae Microelettronica e l’italo-francese STMicroelectronics, e tra i 30 partecipanti associati ci sono Fondazione Bruno Kessler e Optoi.

Ciò che si andrà a sviluppare complessivamente entro il 2032 – con i primi prodotti da introdurre sul mercato già nel 2025 – saranno progetti che per la Commissione “mirano a consentire la trasformazione digitale e verde” attraverso soluzioni innovative di microelettronica e comunicazione e con lo sviluppo di sistemi elettronici e metodi di produzione efficienti dal punto di vista energetico e a basso consumo di risorse: dall’intelligenza artificiale all’informatica quantistica, dalla guida autonoma alle comunicazioni 5G e 6G. Il tutto sarà reso possibile dagli aiuti di Stato dei 14 Paesi membri Ue, valutati dalla Commissione come “necessari e proporzionati”, che “non falsano indebitamente la concorrenza” e soprattutto “molto ambiziosi, in quanto mirano a sviluppare tecnologie che vanno al di là di ciò che offre attualmente il mercato e consentiranno miglioramenti importanti” nei settori dei sensori, dei processori ad alte prestazioni e dei microprocessori.