Federmeccanica ai sindacati: “Sul rinnovo contratto troviamo insieme soluzioni”

Questo uno dei temi di confronto tra la realtà e le sigle Fim, Fiom e Uilm

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Formazione, inquadramento professionale e sicurezza sul lavoro sono le tematiche sulle quali si sono confrontati Federmeccanica e le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm in occasione del secondo incontro tra queste realtà, che si è svolto giovedì 27 giugno. Federmeccanica ha diramato la seguente nota.
Sulla formazione sono stati fatti progressi molto importanti. L’indagine condotta da Federmeccanica – i cui risultati sono stati inclusi nel documento presentato nel primo incontro in plenaria del 30 maggio scorso – evidenzia un diffuso incremento della formazione continua, grazie anche alla grande novità del CCNL 2021 che ha introdotto i servizi alle imprese sulla formazione. È nato così MetApprendo, che sta entrando a regime nel Sistema, ma che già da subito ha contribuito al rafforzamento della formazione, soprattutto nelle piccole e piccolissime imprese. Uno strumento che ha iniziato a dare i primi risultati e che è essenziale che venga reso strutturale, acquisendo la massima efficacia in modo da produrre effetti positivi in tutto il Sistema. MetApprendo è un ulteriore esempio, dopo MetaSalute e Cometa, di come a livello nazionale si possano portare concreti benefici a lavoratori e imprese attraverso le economie di scala, facendo valere la massa critica. Il differenziale di MetApprendo è rappresentato dal fascicolo digitale del lavoratore anche ai fini dell’occupabilità. Si dovranno ricercare e trovare le soluzioni più idonee per far sì che, a tendere, ogni dipendente metalmeccanico abbia il proprio fascicolo digitale.
La formazione continuerà a essere un cardine del CCNL. I servizi alla formazione potranno diventare uno strumento fondamentale non solo per dare attuazione al diritto soggettivo alla formazione, ma anche per garantire la qualità degli interventi formativi in essere.
La formazione inoltre potrà avere declinazioni ulteriori rispetto a quelle attualmente già in essere sulle competenze professionali (trasversali, linguistiche, digitali, tecniche, gestionali) e su quelle funzionali alle transizioni: in particolare potranno essere definiti interventi formativi sui temi ESG, di genere, sulla partecipazione e su particolari categorie di lavoratori e lavoratrici (per esempio, il rientro dalla maternità o paternità, dopo lunghi periodi di malattia, personale che ha chiesto trasferimento a causa di molestie o violenze subite). La commissione Formazione dovrà inoltre approfondire tutti gli aspetti legati all’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulle competenze.
Non c’è dubbio che il CCNL del 2021 sia stato caratterizzato dalla riforma del nuovo inquadramento professionale, una riforma epocale considerando che erano passati 50 anni da quando il vecchio sistema di classificazione venne introdotto. Il nuovo inquadramento professionale si basa sull’organizzazione del lavoro, ed è uno strumento adattabile che consente a tutte le imprese di avere un riferimento utile per la gestione delle risorse umane: questo aspetto riguarda sia le aziende con un’organizzazione avanzata sia quelle che adottano un modello organizzativo basato sui tradizionali criteri di professionalità. L’indagine condotta con le aziende del Settore, dimostra che il nuovo modello è stato in grado di rispondere alla primaria esigenza di allineare il sistema di classificazione contrattuale con l’organizzazione del lavoro già avanzata di molte imprese. In questo senso si sono già iniziati a vedere i primi risultati e sono molti i casi di aziende che hanno proceduto a cambiamenti dell’organizzazione del lavoro o che lo stanno facendo. Dobbiamo quindi continuare su questa strada e portare avanti il cambiamento culturale sotteso alla riforma contrattuale, che anche è possibile ulteriormente sviluppare. Innanzitutto, dovrà ancora una volta essere centrale il ruolo della Commissione Inquadramento, che occorre ricordarlo, è stata determinante grazie al lavoro svolto dopo il CCNL 2016, per dare alla luce il nuovo modello nel 2021. Grazie a essa potremmo definire percorsi informativi e formativi nei territori, anche con il contributo di esperti, sul rapporto tra le forme evolute di organizzazione del lavoro e gli strumenti che il nuovo inquadramento fornisce anche come fattore abilitante. Sempre nell’ambito della commissione nazionale si possono progettare e realizzare attività di studio e analisi sull’organizzazione del lavoro, ad esempio su: sistemi e modelli organizzativi, sistemi di valutazione, mappatura delle competenze e l’impatto dell’IA.
Sul piano contrattuale, alla luce dell’evoluzione delle competenze, potremmo aggiornare e integrare il glossario con particolare riguardo alle competenze trasversali, tenendo anche conto della fase generativa di queste competenze che possono maturare anche in contesti non lavorativi come ad esempio la maternità/paternità e nei casi di caregiver così come implementare ulteriori esemplificazioni di profili professionali per le diverse famiglie professionali e/o per comparto/filiera.
Nel CCNL inoltre potrebbero essere inserite come linee guida quelle buone pratiche che sono state realizzate nei territori e nelle aziende, che possono anche diventare la base del materiale divulgativo. Il passaggio dalla mansione al ruolo richiede una valutazione di quegli elementi eredità del vecchio inquadramento che andrebbero rivisti e aggiornati, come ad esempio gli automatismi e i meccanismi di adibizione a mansioni diverse. L’attività della Commissione Inquadramento potrà inoltre collegarsi con quella della Commissione Formazione per realizzare forme di collegamento tra formazione e inquadramento.
Infine, il tema della sicurezza del lavoro: diffonderne la cultura deve  continuare a essere un obiettivo comune da perseguire a ogni livello. Diverse sono le iniziative lanciate in questi anni, come l’evento nazionale, il vademecum sui lavoratori all’estero, la formazione congiunta RSPP/RLS etc. Si tratta di fare qualcosa di più avviando campagne di sensibilizzazione con il coordinamento della Commissione nazionale, ad esempio sulle causali degli incidenti più seri. Occorre anche proseguire, e rafforzare la collaborazione con le istituzioni, a partire dall’INAIL. Il rapporto con quest’ultimo ha consentito di avere un quadro preciso dell’andamento degli infortuni nel Settore Metalmeccanico grazie alla raccolta di dati e di informazioni, tutti elementi propedeutici che possono consentirci ora di definire azioni mirate. Vanno quindi pensati insieme interventi volti alla prevenzione di interesse generale.
La collaborazione con l’INAIL dovrebbe contemplare anche la possibilità di sostenere economicamente le azioni che consentono di rafforzare l’attività di prevenzione, tema che rappresenta l’obiettivo a cui tendere con un insieme di interventi sia normativi che volti alla diffusione della cultura della sicurezza. Dovremo valutare insieme il modo migliore per estendere l’utilizzo dei break formativi o modalità simili, e nelle piccole imprese come rafforzare il raccordo tra RSPP e RLS. Andranno definiti modelli per la segnalazione delle situazioni di rischio e per il coinvolgimento del personale che le imprese possano adottare facilmente, partendo dagli esempi esistenti e adattandoli anche alle specificità in considerazione della tipologia di lavorazione e della dimensione aziendale. La condivisione delle informazioni potrà riguardare anche gli obiettivi e le azioni sulle tematiche ambientali come la riduzione delle emissioni, l’efficientamento dell’utilizzo dell’energia o delle materie prime, il ciclo gestione rifiuti.
In sostanza, attraverso una sensibilizzazione mirata e un coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, con il sostegno e supporto delle istituzioni, sarà possibile fare ulteriori passi in avanti e un vero e proprio salto di qualità. Anche per i tre fondamentali ambiti che abbiamo trattato nella giornata odierna Federmeccanica ha insistito molto sul principio del fare insieme che da sempre sosteniamo. Partendo da un’analisi della realtà delle imprese e del lavoro che cambia, dalla realtà fatta di vecchi problemi e nuove criticità occorre progettare e definire insieme le soluzioni più efficaci, facendo sempre convergere la sostenibilità con la competitività.