Pnrr vuol dire anche empowerment femminile e contrasto alle discriminazioni di genere nel mercato del lavoro.
Tra le priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, c’è anche quella di realizzare una maggiore parità di accesso della donna in ambito economico-sociale.
L’art. 5 della Legge n. 162 del 2021 ha introdotto per tutte le aziende private in possesso della Certificazione della parità di genere (originariamente per l’anno 2022, poi reso strutturale dalla Legge di Bilancio 2022), un beneficio consistente in un esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico datoriale, ferma restando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
“L’esonero – sottolinea Maria Vittoria Tonelli, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – è computato sulla contribuzione previdenziale complessivamente dovuta dal datore di lavoro, in misura non superiore all’1% e nel limite massimo di 50.000 euro annui”.
“La certificazione può essere richiesta su base volontaria e indipendentemente dal settore di appartenenza del datore di lavoro, dalle relative dimensioni e dalla natura dell’attività svolta – prosegue Tonelli – ed ha come obiettivo quello di attestare le misure finalizzate alla riduzione del divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità e paternità”.
La certificazione ha una validità di 3 anni, con due sorveglianze con frequenza annuale.