Le performance dei principali settori che trasformano acciaio sono state positive a luglio 2024 rispetto a luglio 2023, con l’eccezione del settore auto che si è attestato su valori più bassi. Nei primi sette mesi dell’anno, invece, sempre secondo gli ultimi dati Istat elaborati dall’Ufficio Studi Siderweb, sono state osservate tre tendenze: le performance delle costruzioni sono state su livelli superiori all’anno precedente, incoraggiate da bonus edilizi che hanno portato a forti investimenti cui stanno subentrando gli investimenti infrastrutturali; la meccanica ha fatto segnare cali del 2,5-2,9%; la flessione dell’automotive è stata molto più significativa, ossia superiore al 10%. Sempre a luglio, i livelli produttivi dei comparti nazionali di fabbricazione di tubi e produzione di altri prodotti della prima trasformazione sono aumentati rispetto allo stesso mese del 2023.
Di tutto questo si è parlato, martedì 1° ottobre, durante il webinar di Siderweb “Mercato&Dintorni”, che ha fatto il punto sulla congiuntura delle due macro categorie in cui si divide il mercato dell’acciaio: prodotti piani e prodotti lunghi.
“La produzione italiana di acciaio grezzo è calata nei primi 8 mesi dell’anno del 5,2%, fermandosi a 13,2 milioni di tonnellate secondo i dati di Federacciai. Tuttavia – ha sottolineato il responsabile dell’Ufficio Studi Siderweb, Stefano Ferrari – l’andamento della produzione di acciai lunghi è stato diverso negli ultimi mesi rispetto a quello della produzione di piani. Tra maggio-giugno 2023 e la fine dello stesso anno, la curva della produzione di piani era stata molto più dinamica e forte di quella dell’output di lunghi. Poi il trend si è invertito e la curva dei lunghi è rimasta costantemente più in alto”. Si può dire quindi che “almeno una parte della produzione italiana stia vivendo un momento di ripresa”.
Secondo Andrea Gabrielli, presidente del Gruppo omonimo, il 2024, a causa di una seconda parte di anno piuttosto complicata, sarà chiuso dalle aziende della distribuzione dell’acciaio con “livelli di prezzo e dinamiche di magazzino del tutto inaspettate. Mi auguro – ha aggiunto – che i prossimi mesi non compromettano i risultati tutto sommato soddisfacenti dalla prima parte di quest’anno. In generale, però, andremo a consuntivo con volumi e fatturati inferiori rispetto al 2023″. Dal punto di vista delle categorie di prodotto, “i lunghi chiuderanno l’anno meglio rispetto ai piani, sui quali hanno pesato maggiormente le difficoltà dell’industria manifatturiera europea”, ha concluso Andrea Gabrielli.
Per quanto riguarda il comparto dei prodotti lunghi, il direttore commerciale di AFV Beltrame, Enrico Fornelli, ha detto che “i laminati mercantili hanno subito un forte destoccaggio, al punto che non è azzardato affermare che il consumo apparente è tutto nei magazzini dei produttori. Operiamo in un momento in cui l’incertezza regna sovrana e quindi i consumi sono ai minimi. Fortunatamente, per i prodotti lunghi l’impatto delle importazioni è più limitato rispetto ai piani”. Quanto al 2025, ha concluso, “ritengo che, se dovessero allentarsi le tensioni geopolitiche e abbassarsi i tassi di interesse, potrebbe esserci una maggiore aspettativa di crescita”.