Dal 2026 via alla nuova misura anti-evasione

Riguarda i dipendenti della Pa con debiti fiscali

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A partire dal 1° gennaio 2026, i dipendenti pubblici con debiti fiscali non saldati superiori a 5.000 euro, potrebbero vedere bloccati i propri stipendi, qualora percepiscano una retribuzione mensile superiore a 2.500 euro. Questa misura, introdotta con la Legge di Bilancio 2025, mira a contrastare l’evasione fiscale e a rafforzare il recupero crediti da parte dello Stato e delle pubbliche amministrazioni.

“La misura si fonda sulle modifiche apportate all’articolo 48-bis del DPR n.602/1973 che stabiliscono che i dipendenti pubblici con debiti fiscali non saldati superiori a 5.000 euro verranno sottoposti a un controllo obbligatorio prima dell’erogazione di stipendi superiori a 2.500 euro e che – spiega Maria Vittoria Tonelli, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – in caso di accertata inadempienza, l’amministrazione non procederà al pagamento e segnalerà la situazione all’agente della riscossione competente”.

Le amministrazioni pubbliche avranno due anni per dotarsi degli strumenti tecnologici necessari a effettuare controlli puntuali e automatizzati, evitando ritardi nell’erogazione degli stipendi.