Tubi in acciaio: prospettive divergenti per l’Italia

Il nostro Paese sta perdendo terreno in Europa

acciao

Appare abbastanza positivo il quadro dei settori utilizzatori dei tubi in acciaio per i prossimi anni, se si esclude però l’automotive, che deve ancora recuperare quanto perso negli ultimi anni e dove regna ancora l’incertezza sulla scelta finale della tecnologia di alimentazione. È quanto è emerso nell’ultimo webinar di siderweb, Mercato&Dintorni, che ha fatto il punto sulla congiuntura del comparto dei tubi saldati e senza saldatura.

Nel 2022, l’Italia ha esportato 820mila tonnellate di tubi senza saldatura (+45,2% rispetto al 2019) e 2,72 milioni di tonnellate di tubi saldati (-10,3% rispetto al 2019). Nell’ultimo triennio, i tubi senza saldatura italiani hanno guadagnato quote di mercato europeo. La quota dell’Italia sul totale dell’import Ue di tubi senza saldatura è cresciuta dell’8,6% (dal 33,6% del 2019 al 42,2% del 2022). La quota dell’Italia sulle importazioni Ue dai Paesi Ue è salita del 12,7% (dal 47,6% del 2019 al 60,3% del 2022). Hanno invece perso quote di mercato i tubi saldati. La quota dell’Italia sul totale dell’import Ue è scesa del 2% (dal 32,3% del 2019 al 30,3% del 2022); quella sulle importazioni Ue dai Paesi Ue è diminuita del 2,5% (dal 42,5% del 2019 al 40% del 2022).

“Dovremo riflettere su questa riduzione di quote di mercato in Europa dei tubi saldati: è il segnale che dovremmo rivedere qualche strategia all’export – ha spiegato Gianfranco Tosini dell’Ufficio Studi siderweb -. Abbiamo quote molto alte e mantenerle è sempre più difficile, di fronte a competitor sempre più agguerriti e numerosi. Probabilmente è una questione di prezzi più che di qualità del prodotto: alcuni Paesi, avendo una produzione meno esposta alle variazioni dei costi di produzione di energia elettrica e gas, hanno un vantaggio competitivo rispetto ai produttori italiani”.

“Nel breve periodo, però, – ha detto ancora Tosini -, i tubi saldati potrebbero avere sempre più problemi legati all’aumento dei prezzi dei semilavorati che vengono trasformati (coils, ndr) e alle difficoltà di trasferire questo aumento sul consumatore finale. Nei prossimi mesi avremo ancora una domanda non certo molto dinamica. L’auspicio è che il secondo semestre sia più tonico rispetto al primo, con andamenti positivi da trasferire anche nel 2024”.

Quanto ai prezzi, lo scorso anno i tubi senza saldatura hanno seguito una dinamica espansiva molto forte da gennaio dello scorso anno, toccando il massimo a ottobre 2022. I tubi saldati hanno toccato il picco a maggio-giugno e sono scesi al minimo a ottobre 2022, avendo quindi una tendenza di crescita meno forte. Quanto ai settori utilizzatori, nei prossimi anni gli investimenti nel settore energetico saranno molto consistenti, soprattutto nell’upstream. Positive anche le attese per il settore delle costruzioni, sia per le ristrutturazioni che per le opere pubbliche. Nell’automotive probabilmente ci sarà un calo dei consumi, legato al processo di elettrificazione. Dati in crescita la meccanica e il comparto mobili e arredo.