Il 5 febbraio segna una data storica per il mondo metalmeccanico in Italia. Dopo un’estenuante trattativa durata un anno, le associazioni datoriali, Federmeccanica e Assistal, e quelle sindacali, Fim, Fiom e Uilm, hanno trovato un accordo per un rinnovo del Contratto collettivo nazionale (Ccnl) di settore di settore. Il documento sarà valido da gennaio 2021 a giugno 2024. Una svolta importante, che anche gli stessi lavoratori hanno ratificato in una consultazione dedicata. Quasi 1.400.000 metalmeccanici potranno così beneficiare delle novità presenti nel documento: su tutte un nuovo inquadramento, aumenti salariali e del welfare contrattuale. Centrale anche la clausola sociale legata agli appalti, che permetterà di reimpiegare i dipendenti della ditta uscente, in caso di cambio di appalto. Spazio, infine, ad una postilla che mira a risolvere problematiche di stretta attualità, come il lavoro agile e la violenza nel luogo di lavoro.
Al termine delle contrattazioni tutte le associazioni hanno espresso particolare soddisfazione per i risultati ottenuti, in particolare per i nuovi aumenti salariali e la riforma dell’inquadramento professionale. Entrambe, in un primo momento, non erano state concesse dai rappresentanti datoriali.
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In questo articolo parleremo di:
- La lunga contrattazione
- Tutte le novità
- Il commento dei sindacati
Il nuovo Ccnl metalmeccanico è arrivato dopo un lungo periodo di contrattazione. Il precedente documento, siglato nel 2016, era infatti scaduto a dicembre 2019. Da quel momento, associazioni sindacali e datoriali hanno intavolato una trattativa lunga e difficile. L’arrivo del Covid ha esasperato ulteriormente il dialogo, coi metalmeccanici spesso costretti a straordinari e ampia flessibilità.
Al centro delle richieste dei lavoratori vi era un aumento salariale, che fosse in media di 150 euro. La controparte datoriale, al contrario, premeva per un aumento diluito nel tempo e legato all’incremento dell’inflazione. Seguendo questa politica i lavoratori avrebbero ricevuto un incremento di appena 40 euro in tre anni.
Il momento di massima tensione si è raggiunto in ottobre, quando il tavolo è saltato e i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione. In quell’occasione è stato disposto il blocco di flessibilità e straordinari, da parte dei lavoratori, e con diversi scioperi in tutta Italia.
La situazione di stallo si è finalmente risolta ad inizio febbraio, quando sulla questione salariale è stata trovata una quadra, anche grazie al nuovo inquadramento professionale composto da 9 livelli.
Il principale cambiamento messo in atto grazie al nuovo Ccnl riguarda l’inquadramento professionale. Il precedente modello, definito nel 1973 e ormai obsoleto, è stato adeguato ai cambiamenti organizzativi, tecnologici e professionali più recenti. A partire dal 1° giugno 2021, operai, impiegati e quadri saranno inseriti in una classificazione unica, fatta di nove livelli e quattro campi di responsabilità. Vengono meno, invece, gli 8 livelli in essere da 48 anni. La classificazione distinguerà, d’ora in poi, tra Ruoli operativi (livelli D1, D2), Ruoli tecnico scientifici (livelli C1, C2, C3). Ruoli specialistici e gestionali (B1, B2, B3) e Ruoli di Gestione del cambiamento e innovazione (livello A1). Verrà meno, invece, la prima categoria del vecchio contratto, quella meno retribuita. Chi ne faceva parte, slitterà automaticamente nel livello D1.
L’aumento di stipendio previsto per tutti i lavoratori del settore metalmeccanico è stata la novità accolta con maggiore entusiasmo dalla categoria. A partire dallo scorso gennaio e fino al 30 giugno 2024, riceveranno infatti un aumento in busta paga sui minimi contrattuali. L’incremento è pari al 6,15% e verrà suddiviso in quattro tranches, erogate a giugno di ogni anno, tra il 2021 e il 2024. Di fatto l’aumento oscillerà dai 90,40 euro del livello D1 ai 147,22 dell’A1.
Grazie al nuovo Ccnl, il sostegno economico e sociale ai lavoratori metalmeccanici diventerà ancora più concreto: specie in caso di malattia o una volta raggiunta la vecchiaia. Una previdenza più efficiente è il primo obiettivo del documento. Ecco perché i lavoratori di età inferiore ai 35 anni che si iscriveranno al Fondo pensione Cometa, una forma di previdenza complementare, potranno contare su una contribuzione parziale del datore di lavoro, pari al 2,2% dei minimi contrattuali.
La salute del lavoratore, anche dopo la pensione, viene invece garantita dalla possibilità di restare iscritto all’Assistenza Sanitaria Integrativa contrattuale. È possibile iscriversi anche se si è già in pensione: l’importante è aver versato una quota al Fondo Metasalute per almeno due anni continuativi.
La successione, all’interno di un contratto di appalto, è una dinamica di stretta attualità per il settore metalmeccanico. A rimetterci, in questi frangenti, sono stati spesso i lavoratori della ditta cedente, che venivano sostituiti da quelli della cessionaria. La clausola sociale del nuovo Ccnl mira proprio ad escludere questa eventualità. Innanzitutto prevede che la ditta uscente comunichi, a 30 giorni dalla data di cessazione, l’elenco dei propri dipendenti e il loro orario di lavoro alla Rappresentanza sindacale unitaria e alle organizzazioni sindacali territoriali, oltre che alla ditta subentrante. Le parti, in seguito, valutano insieme le nuove necessità occupazionali. A parità di condizioni economiche, l’azienda subentrante si impegna quindi ad assumere il personale uscente. Un risultato storico, che riguarda tutti i dipendenti con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato che siano stati impiegati nell’appalto per sei mesi continuativi.
La pandemia ha riportato le condizioni di lavoro al centro del dibattito sindacale. Il nuovo Ccnl è intervenuto su questo aspetto inserendo tre punti fondamentali, riguardanti lavoro agile, salute e sicurezza, e misure antiviolenza.
Nella sua stesura, associazioni sindacali e datoriali hanno ribadito la parità di trattamento per i lavoratori in modalità agile rispetto a quelli in presenza. Allo stesso tempo viene introdotto il diritto alla disconnessione del lavoratore, una volta terminato l’orario di lavoro, così come quello alla privacy individuale.
In termini di salute e sicurezza, la parola d’ordine è “formazione”. Il documento estende le buone pratiche dei break formativi: incontri in cui i lavoratori vengono istruiti sui comportamenti virtuosi da tenere per evitare rischi e infortuni. Inoltre verranno raccolti e segnalati a Rspp e Rls anche i quasi infortuni. Una strategia che mira ad eliminare ogni criticità sul nascere.
In merito alla violenza di genere, il Ccnl dichiara inaccettabile ogni atto o comportamento di molestia. Le lavoratrici vittime di atti di questo tipo potranno essere inserite in un percorso di protezione. Avranno inoltre il diritto ad assentarsi per un periodo massimo di sei mesi, fruibili anche nel corso di tre anni in maniera non continuativa. In seguito verrò fornita loro la formazione necessaria per riprendere la propria mansione al meglio.
Dopo la firma dei sindacati sul nuovo Ccnl metalmeccanico, sono arrivati commenti entusiasti da parte dei rappresentanti delle principali sigle. La delicata questione salariale e la flessibilità richiesta durante i mesi di lockdown sono state adeguatamente risolte, secondo i protagonisti della contrattazione.
Per il segretario della Fim, Roberto Benaglia, si tratta di «un importante aumento salariale, con la riforma dell’inquadramento professionale, attesa da anni, che restituisce valore al lavoro, e con altre soluzioni innovative».
Anche il numero uno della Uilm, Rocco Palombella, ritiene il nuovo Ccnl una svolta. «Oggi i metalmeccanici fanno la storia rinnovando il miglior contratto degli ultimi anni», ha dichiarato, «senza ombra di dubbio un contratto innovativo e coraggioso, un’iniezione di fiducia per 1 milione e 400mila lavoratori metalmeccanici che durante la pandemia hanno fatto la differenza e meritavano la giusta considerazione”.